Legge elettorale, ore decisive | E' pioggia di emendamenti - Live Sicilia

Legge elettorale, ore decisive | E’ pioggia di emendamenti

Il modello tedesco sembra tenere, ma nel M5s monta il dissenso interno.

In Commissione alla Camera
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ROMA – Sono 780 gli emendamenti che complessivamente dovranno essere votati dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera alla legge elettorale, a partire dalle 14 e 30 di oggi pomeriggio. Ai 417 già presentati si sono aggiunti 363 subemendamenti all’emendamento del relatore Emanuele Fiano. Questi numeri sono stati annunciati dal presidente della Commissione, Andrea Mazziotti, su Twitter.

Intanto il modello tedesco sembra tenere ma con l’impronta di Beppe Grillo. Il leader M5S, infatti, ieri in un gelido post ha bloccato il dissenso interno al Movimento blindando il patto con Pd e FI che ieri. L’intervento del garante del M5S, tuttavia, non spegne i malumori che permangono nel mondo del centrosinistra sul sistema tedesco mentre oggi in commissione Affari Costituzionali, gli orlandiani daranno battaglia per eliminare le pluri-candidature dal testo di Emanuele Fiano.

E un altro nodo che potrebbe avere appoggio da più di un partito è quello del voto disgiunto, previsto tra l’altro dal modello tedesco. Il testo Fiano, intanto, continua a non piacere ad una fetta del centrosinistra italiano. Walter Veltroni, primo segretario del Pd, ricorda la vocazione maggioritaria del partito e sottolinea come il testo Fiano non corrisponda al sistema tedesco. “Con il proporzionale si torna agli anni Ottanta”, attacca Veltroni giudicando “un errore gravissimo” la prospettiva di un’intesa Pd-FI. “E’ una legge elettorale peggio della Prima Repubblica, quando almeno si potevano scegliere i parlamentari. Questa volta nemmeno questo potrà essere concesso agli elettori italiani”, è il durissimo commento dell’ex premier Enrico Letta mentre anche Pier Luigi Bersani parla di “tedesco truccato” e avverte: “su voto disgiunto e capilista si rischia l’incostituzionalità”. Critiche che il Pd non lascia senza risposte. “Le larghe intese ci sono già state. Figlie del maggioritario”, ricorda il presidente del Pd Matteo Orfini mentre Andrea Marcucci si rivolge agli ex Pd: “Bersani nel 2013 scelse di votare con porcellum. Mdp non ha titoli per parlare di nominati”.


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