L’esperto di cani voluto da Micciché | "Visto? È emergenza randagismo" - Live Sicilia

L’esperto di cani voluto da Micciché | “Visto? È emergenza randagismo”

Parla Giovanni Giacobbe Giacobbe, consulente dell'Ars in materia di "legislazione sugli animali".

PALERMO – Giovanni Giacobbe Giacobbe (proprio così, Giacobbe Giacobbe, ripetuto due volte), 43 anni, addestratore di cani di Palermo, sembra sbalordito quando gli si fa presente che la sua nomina a consulente dell’Ars ha suscitato tra i siciliani un coro di indignazione. Un incarico di un anno, con un compenso di circa mille euro al mese, con il compito di riscrivere la legislazione in “materia animale e randagismo”. “Non mi sembra affatto una superconsulenza”, dice, commentando la cifra e sottolineando che “Micciché è stato lungimirante, quello che è accaduto a Sciacca è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che è sempre più grave”.

I siciliani, forse, si aspettavano interventi immediati su questioni considerate più urgenti.

Come si può pensare che quella del randagismo non sia un’emergenza? I numeri in Sicilia sono impressionanti, si parla di 60 mila randagi in circolazione.

Quello che è successo a Sciacca è un orrore.

È un atto criminale, non ci sono altre definizioni. Va contro ogni morale umana. Guardare quell’ammasso di cani morti dà l’idea di un’epurazione e non riesco a immaginare alcuna giustificazione per un gesto del genere. Mi sembra ragionevole pensare, però, che sia un gesto conseguente all’esasperazione della gente che davanti a questi branchi di cani randagi sente di essere in pericolo. Quella del randagismo, tra l’altro, non solo è un’emergenza sociale e sanitaria, ma anche una considerevole causa di sperpero di denaro pubblico.

Il problema sono le convenzioni con i canili privati?

Le cifre che spendiamo per via della carenza strutturale di rifugi e presidi sanitari veterinari sono immense. Non è ammissibile che in Sicilia ci siano 390 comuni e poco più di 45 canili pubblici. Che , ovviamente, sono stracolmi, e così ci si affida sempre di più alle convenzioni con i canili gestiti da privati. E questo porta a un sistema davvero troppo oneroso. È come se decidessimo di vivere sempre in affitto piuttosto che comprare casa una buona volta. E non dobbiamo dimenticare che c’è anche chi specula sulla riproduzione dei randagi. E, ripeto, è anche un’emergenza sanitaria: più sono gli animali vaganti più aumentano i casi di morsicature e, poi, più aumenta il numero di cani vaganti più aumenta il numero delle malattie trasmissibili.

Perdoni la provocazione, ma perché scegliere un addestratore di cani piuttosto che un veterinario o un esperto dell’Asp?

Mi definite ‘addestratore’ perché la mia fonte principale di reddito arriva dalla modificazione comportamentale dei cani, ma il mio curriculum, che è pubblico sul mio sito, parla per me. Sono stato consigliere di collegamento tra il Ministero delle Politiche agricole e l’E.n.c.i., membro esperto del tavolo tecnico sul randagismo al Ministero della Salute e oggi sono incaricato della consulenza di studio e ricerca in materia di riordino legislativo su tutela degli animali e randagismo all’Assemblea regionale siciliana.

Ma in cosa consiste esattamente il suo lavoro all’Ars?

L’intero comparto legislativo sul tema ha bisogno di essere aggiornato. La legge di riferimento, la 15 del 2000 è datata, la situazione del randagismo è notevolmente peggiorata in questi 17 anni e i numeri sono preoccupanti. Sto lavorando al riordino della legislazione in materia, ascolto le associazioni, mi confronto con le istituzioni, cerco di capire da dove possano arrivare le risorse per sostenere un nuovo sistema di gestione ed evitare gli sperperi. Dobbiamo dare vita a una normativa che permetta lo sviluppo di una nuova cultura animalista, che abbia a cuore la tutela dei diritti degli animali ma anche la tutela dell’incolumità pubblica. 

Un anno basterà per arrivare a questo risultato?

Io ci sto lavorando alacremente, sono al lavoro dal primo giorno dell’incarico e cerco di produrre ogni giorno il massimo lavoro possibile. Ben prima dei tristi fatti di Sciacca avevo proposto al presidente Miccichè di creare una commissione parlamentare ad hoc sul fenomeno del randagismo. Il mio incarico nasce in quel momento. L’impegno è quello di redigere un testo base ideale, frutto delle istanze di chi opera sul territorio e di tutti soggetti interessati al riordino normativo del comparto; un testo che possa passare al vaglio dei lavori della commissione, aperto alle modifiche che giungeranno da tutti i gruppi parlamentari e dai loro referenti.

E adesso che c’è la commissione, il suo lavoro subirà delle modifiche?

Sarà il presidente Miccichè a scegliere.

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