L'ex finanziere Cannizzo: |“Lotta senza quartiere agli sprechi” - Live Sicilia

L’ex finanziere Cannizzo: |“Lotta senza quartiere agli sprechi”

Prosegue il nostro "giro" di candidati in vista delle amministrative del 5 giugno.

Grammichele
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GRAMMICHELE – La campagna elettorale è ormai agli sgoccioli, tra pochi giorni Grammichele conoscerà il nome del nuovo primo cittadino. A contendersi la poltrona di sindaco c’è anche l’ex capitano della Guardia di Finanza, Salvatore Cannizzo. Il candidato ha l’appoggio della lista “Noi con Cannizzo”, nata dalla collaborazione tra il partito che fa riferimento a Matteo Salvini e il movimento degli ex consiglieri comunali Marcello Vitale e Enzo Cannizzo (fratello del candidato). La stella polare del suo programma è una gestione della cosa pubblica “da buon padre di famiglia” mettendo in campo un modello che guarda alla realtà ragusana dove l’ex finanziere ha lavorato prima di andare in pensione per correre alla poltrona di primo cittadino.

Com’è nata la sua candidatura?

Sentivo la necessità di essere vicino al mio paese. Ho maturato molta esperienza in giro per l’Italia conoscendo zone depresse e floride. Negli ultimi anni ho lavorato a Ragusa. Vivevo a Grammichele e quando partivo, sentivo un magone per la depressione sociale e culturale che attanagliava il mio paese. Insomma, la mia è stata una scelta d’amore nei confronti di Grammichele: chi nasce in un luogo deve impegnarsi per migliorarlo. Inoltre, come cittadino, ho provato forte fastidio per le dinamiche che hanno portato alla sfiducia del sindaco. Io sono un uomo delle istituzioni.

La sfiducia è stata una ferita per la città?

Una ferita alle istituzioni. Non voglio entrare nelle dinamiche. Diciamo che è stata animata da situazioni probabilmente legate a beghe di parte e di piccoli potentati che hanno fatto sì che si creasse una situazione di disamore nei confronti di questo paese. Oggi in campagna elettorale purtroppo si assiste a una situazione che vede da una parte di candidati con la lista unica e dall’altra due o tre coalizioni piene di candidati che sono la riproposizione abbastanza disomogenea che si è verificata con la vecchia giunta Canzoniere. Io contesto culturalmente l’idea del voler vincere a tutti i costi che porta con sé sospetti di anomalie e situazioni che potrebbero generare il verificarsi di una riproposizione di quello che abbiamo vissuto con Canzoniere. Anche perché le coalizioni alle quali faccio riferimento sono composte da persone che facevano parte del gruppo di Canzoniere, ne sono state pilastri, e in un attimo si sono sciolte al sole come un gelato nel mese di agosto.

Probabilmente si riferisce anche al suo sfidante Amarù. Il suo competitor ha detto che le ricette di Salvini, quindi anche della sua lista, a livello locale non funzionano. Cosa gli risponde?

Io non sono un salviniano, né un democristiano o ex Psi. Io sono candidato in una lista che porta il mio cognome. La lista Salvini ha fatto un passo indietro su mia richiesta. Ho chiesto a tutti di fare un passo indietro. L’onorevole Attaguile aveva piacere di concordare con la mia persona un programma politico, lo stesso il movimento popolare capeggiato da mio fratello e da Marcello Vitale. Invece di presentare due contenitori ho chiesto che si arrivasse a un’unica lista e mi è stato risposto: “Comandante, noi siamo con lei a prescindere da ogni cosa”. E’ stato un atto di responsabilità.

Quali sono i punti salienti del suo programma?

Il mio programma si fonda su quelli che sono gli elementi essenziali per una sana e corretta amministrazione della cosa pubblica propria del buon padre di famiglia. Secondo me questo è il modo giusto per affrontare le difficoltà che purtroppo vivono buona parte degli enti locali.

Si riferisce alla crisi economica?

Sì, una crisi che investe tutto il calatino. In campagna elettorale ho cercato di allargare l’orizzonte per andare oltre Grammichele. Il paese vive una condizione difficile nella misura in cui la vive anche Caltagirone. Avere un vicino di casa che sta male non può portarci a essere sordi.

E Grammichele?

Ho preso atto del pareggio di bilancio dichiarato dalla vecchia giunta. Io non ho intenzione di mettere in difficoltà questa impostazione. Anzi se malauguratamente le cose andassero diversamente, grazie all’esperienza maturata negli anni, cercherei di trovare le soluzioni più adatte. Ma mi auguro che non ci siano queste condizioni. A Grammichele occorre sicuramente intervenire su spese che pesano tantissimo sul bilancio comunale. Mi riferisco a consulenze esorbitanti e fuori da ogni logica. Poi c’è il problema degli affitti immobiliari: un Comune che possiede numerosi locali liberi e mantiene dei contratti locativi nei confronti di terzi. Penso che in nessuna famiglia ci sia un genitore che possiede un garage disponibile e invece paga il posto macchina a una terza persona. Insomma, serve una seria lotta agli sprechi in grado di recuperare centinaia di migliaia di euro da destinare al territorio. I campi d’investimento non mancano: penso al decoro urbano e alle strade versano in condizioni di totale abbandono. L’albero nasce quando si semina bene. E se vogliamo seminare bene, dobbiamo puntare sui giovani.

In che modo?

I ragazzi devono diventare risorse per i loro territori. Sul sito del comune la voce “sviluppo economico” è vuota: questo è drammatico. Viviamo nella società dell’informazione ed è un’opportunità da sfruttare. I ragazzi hanno bisogno di esempi, onesta e coerenza e di persone in grado di creare occasioni. Io parlo di una rete di opportunità. Un concetto ampio: dobbiamo crescere in termini di qualità e innovazione. Ho pensato al risveglio dell’economia attraverso strumenti innovativi e affascinanti. Tutto parte dalla rete e dall’economia digitale, vorrei realizzare un portale comunale in grado di aggregare chi possiede specifiche competenze, capacità inespresse o soffocate che possono avere una soddisfazione di tipo economico. Serve un ufficio per consentire le opportunità che l’Unione Europea mette a disposizione. E’ un modo per evitare che i ragazzi vadano via. Con i ragazzi di Grammichele ho stipulato un patto etico. Nei limiti del bilancio, vorrei allocare una somma, attraverso un patto di reciproca fiducia, per consentire a un giovane di avviare un’attività: una quota da restituire e destinare a un altro ragazzo per fare lo stesso. Inoltre, ho deciso di rinunciare al 50% dello stipendio da sindaco per destinare questa somma a un conto in grado di finanziare settori che vanno dalla creatività alla solidarietà.

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