L'ex ministro Nicola Mancino:| "Sono stato sempre intransigente" - Live Sicilia

L’ex ministro Nicola Mancino:| “Sono stato sempre intransigente”

La trattativa tra Stato e mafia
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“Per la parte che oggi mi compete ribadisco la linea di intransigenza che ho sempre mantenuto, perché la ritenevo e la ritengo giusta: ho contrastato politicamente ipotesi di trattativa sul caso Moro, meno che mai avrei potuto ammetterle nei confronti della malavita organizzata”. Lo afferma Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno, a proposito dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia all’indomani delle stragi di Cosa Nostra negli anni Novanta. “Davanti all’opinione pubblica cui devo dar conto dei miei comportamenti passati e presenti – sottolinea Mancino in una nota – desidero ribadire, come ho fatto davanti ai magistrati che mi hanno fin qui ascoltato, che mai, ripeto mai, nella mia vita politica e negli incarichi parlamentari e istituzionali che ho ricoperto, ho deviato da una linea di fermo contrasto alla criminalità organizzata nelle diverse forme in cui questa si è presentata nella storia del nostro Paese”.

Sono stato leale con le Istituzioni che ho difeso con fermezza, onestà intellettuale, coraggio e determinazione. Mai sono venuto meno al dovere di servirle con il rigore che ha sempre accompagnato la mia vita pubblica e privata. Per sconfiggere il terrorismo di matrice politica – aggiunge Mancino – sono caduti tanti funzionari, magistrati, sindacalisti, uomini di cultura e politici: il loro sacrificio ha impegnato il Parlamento a varare leggi coraggiose, che per parte mia ho in qualche caso presentato e sempre contribuito a fare approvare”. “E’ ancora in corso la lotta contro la criminalità organizzata che tuttora infesta non poche regioni del nostro Paese.
Ho sempre escluso, di fronte alle emergenze vissute dalla nostra comunità, cedimenti, meno che mai trattative. Ho vissuto la mia esperienza di ministro dell’Interno – rileva Mancino – difendendo le ragioni del carcere duro e chiedendo alla pubblica opinione di mobilitarsi per contribuire insieme allo Stato a sconfiggere una piaga, quella della malavita organizzata, che rende la vita di ciascuno di noi meno libera e serena”. L’ex vicepresidente del Csm conclude affermando di seguire “con il massimo rispetto e disponibilità il lavoro dei magistrati”, ma – sottolinea ancora – per quanto a sua conoscenza “non c’é nessuna altra verità” oltre a quella da lui riferita.


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