PALERMO – Un rapporto dello Sco indica nel magistrato Roberto Piscitello, ex pm della dda di Palermo ora in servizio al Dap, l’obiettivo dell’attentato pianificato dal boss Matteo Messina Denaro a fine 2009 e sfumato dopo le bombe contro la Procura generale di Reggio Calabria. Nel mirino del capomafia latitante c’erano il ministro Angelino Alfano, allora Guardasigilli, e Piscitello. Ieri il pentito Luigi Rizza ha raccontato in aula a Catanzaro il piano di morte per Alfano e ha parlato genericamente di “magistrati siciliani” come obiettivi ulteriori.
Gli investigatori sanno da tempo, però, che Messina Denaro intendeva eliminare anche Piscitello. Il particolare fu raccontato agli inquirenti da un confidente che aveva raccolto i segreti del boss latitante Mimmo Raccuglia. Fu lui a riferire che Raccuglia, prima della cattura, aspettava da Alcamo un fucile di precisione per colpire “quello di Marsala che aveva inasprito il 41 bis”. Il riferimento era a Piscitello che all’epoca era vicecapo di gabinetto di Alfano in via Arenula e che viveva a Marsala. Nel 2009 il carcere duro era stato potenziato. In quel periodo l’ex pm, che per anni ha dato la caccia a Messina Denaro, fu vittima di numerose intimidazioni. Il rapporto dello Sco è stato inviato ora alla Procura di Catanzaro che ha istruito il processo per le bombe alla Procura Generale di Reggio nel corso del quale, ieri, il pentito Luigi Rizza ha deposto. L’attentato ad Alfano e a Piscitello sfumò per la reazione dello Stato proprio dopo gli ordigni calabresi.