CATANIA – Prima seduta oggi del Consiglio provinciale dopo le dimissioni di Giuseppe Castiglione dalla carica di presidente dell’Ente. Ma “neanche stavolta” è presente in aula. Ed subito polemica tra i banchi dell’opposizione: “C’è o non c’è è la stessa cosa” – è il commento irriverente di alcuni degli onorevoli consiglieri che lo avrebbero voluto presente oggi a Palazzo dei Minoriti per prendere commiato dall’aula. Ma è il presidente dell’assise provinciale Giovanni Leonardi a rivelare dove sarebbe l’ormai ex presidente della Provincia: “ho appreso dai giornali che Castiglione ha convocato per oggi i giornalisti nel centro direzionale di via Nuovaluce, per relazionare sugli anni della sua amministrazione. Stessa cosa – ha aggiunto con aria laconica- sulle sue dimissioni, le abbiamo apprese sempre dai giornali”.
“Motivazioni puerili”. Nunzio Parrinello, ex autonomista transitato al gruppo misto, commenta così le “dimissioni irrevocabili di Castiglione”. “Abbiamo chiesto da oltre un anno al presidente – ha dichiarato Parrinello davanti ad una assemblea quasi vuota e con nessun esponente dell’amministrazione seduto tra i banchi del governo – di rendicontare in aula sul suo operato, ma niente”. “Non è un bel momento per la politica catanese: Castiglione lascia una Provincia in condizioni pietose: con il bilancio non approvato, tanti progetti iniziati, ma mai terminati”.
Si dice “rammaricato” il capogruppo Udc, Antonio Danubio, che nella scorsa seduta del consiglio provinciale si è presentato in aula con addosso un giubbotto salvagente, come gesto di protesta “contra la fuga dalla nave che affonda del comandante Schettino/Castiglione”. “Non capisco e non mi spiego questa assenza – ha tuonato Danubio dal suo banco”. “Infondo – ha aggiunto l’esponente Udc- ha sempre fatto così: veniva in Provincia il lunedì e spariva poi per tutta la settimana per seguire il lavori dell’Api a Roma”. “Oggi ci troviamo col patto di stabilità sforato ed il taglio immediato del 30% delle indennità. Da oltre un anno si conosceva la situazione finanziaria delle ente, ma Castiglione oltre a dire che andava tutto bene, non ha fatto nulla”.
S’interroga sul “senso del lavoro che dovrà essere svolto da quest’aula” l’acese Antonio Tomarchio del gruppo Comunisti-Idv. “Ora che l’amministrazione ha fallito, il nostro compito è di rimanere fedeli ad un mandato”. Aspettiamo il Commissario, ma sappiamo già che sarà scelto attraverso le regole del manuale Lombardo. E lo sappiamo pure: anche il neo Presidente della Regione Crocetta è in continuità con lo stesso metodo Lombardo”.
Dai banchi della maggioranza interviene pure Enzo D’Agata, de La Destra. Restando in clima di “dipartita”, anziché commentare le dimissioni di Castiglione, ha preferito ricordare la figura di Pino Rauti, l’ex segretario missino scomparso nei scorsi giorni e “modello ideale” dello stesso D’Agata.