PALERMO – L’export siciliano dopo una brusca frenata torna e crescere nel terzo trimestre 2019. Da gennaio a settembre scorso, infatti, il fatturato delle vendite all’estero si è attestato complessivamente su 6,8 miliardi di euro con un aumento del 11% rispetto al secondo trimestre del 2019. A certificare i numeri delle esportazioni siciliane è l’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia che ha rielaborato i dati regionali dell’Istat riguardanti l’export nei primi nove mesi del 2019. Tra le province con la migliore performance, Siracusa si conferma in cima alla classica con 3,9 miliardi di fatturato. Seguono Catania (1,3 mld), Messina (800 mln) e Ragusa. L’area geografica nel quale il prodotto Made in Sicily è sempre più apprezzato è l’Europa, seguita da Africa settentrionale, Asia orientale e America settentrionale. La classifica dei paesi destinatari dei prodotti dell’Isola nel terzo trimestre 2019 sono, in vitta la Croazia con 657 mln, Stati Uniti con 564 mln, Francia con 436 mln, Slovenia con 367 mln, e a seguire Spagna, Germania, Algeria e Paesi Bassi. “I dati dell’export – dice il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace – confermano la ripresa nel terzo trimestre 2019 delle vendite all’estero e si apprezza sapere che i prodotti siciliani fanno gola principalmente ai paesi che appartengono all’area geografica europea, ma anche Africa, Asia e America”. I settori che hanno spinto l’export della Sicilia nel terzo trimestre 2019, sono coke e prodotti petroliferi raffinati 3,8 mld, prodotti chimici, computer e apparecchi elettronici, agroalimentare e bevande con 866 mln circa di fatturato. “A fare la parte del leone – aggiunge il segretario generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – sono come sempre “coke e prodotti petroliferi raffinati” che rappresentano oltre la metà del totale delle esportazioni made in Sicily. Apprezzati all’estero, oltre ai prodotti chimici e apparecchi elettronici, i “prodotti agroalimentari e le bevande” la qual cosa certifica che la cucina e i prodotti dell’Isola sono sempre più graditi. (ANSA).
Ma dominano prodotti petroliferi e chimici
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