Licata, la strage arrivata alle prime luci del mattino

Licata, la strage arrivata alle prime luci del mattino

La dinamica
IL QUADRUPLICE OMICIDIO
di
2 min di lettura

LICATA (AGRIGENTO) – Cinque morti e un’intera famiglia sterminata, tra cui due bambini di quindici e undici anni. Questo il pesantissimo bilancio della strage consumatasi alle prime luci del mattino in contrada Safarello, una zona periferica di Licata, nell’Agrigentino. (Il film dell’orrore)

La strage, poi il suicidio

Angelo Tardino, 48enne incensurato, ha ucciso il fratello Diego, la cognata Alessandra Ballacchino e i due nipotini – Alessia e Vincenzo, 15 e 11 anni – con una pistola calibro nove regolarmente detenuta e poi, dopo un primo tentativo di fuga, ha tentato il suicidio sparandosi con una seconda arma – una pistola Bernardelli – a bordo della sua auto mentre era al telefono con i carabinieri che lo stavano braccando. Il killer, rintracciato poco dopo dai militari dell’Arma della Compagnia di Licata, è stato trasferito in elisoccorso all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dove è deceduto.

Il movente

Alla base della tragedia familiare ci sarebbero, così come ipotizzato e ricostruito dalla Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio, motivi personali e patrimoniali. Tardino si è presentato intorno alle 7:30 a casa del fratello Diego, 44 anni, con cui in passato gestiva anche un’azienda agricola, e dopo l’ennesimo diverbio lo ha freddato appena fuori l’abitazione. Poi è entrato all’interno dello stabile uccidendo anche la moglie e i figli. Vincenzo, la vittima più piccola della furia omicida dello zio, sarebbe stato ritrovato sotto al letto occultato da una coperta. A lanciare l’allarme ai carabinieri è stata la moglie del killer. I carabinieri, dopo esser riusciti a rintracciarlo telefonicamente, hanno provato in tutti i modi di convincerlo a non commettere ulteriori insani gesti. Pochi minuti dopo però Tardino si è sparato.

Lutto cittadino

Sulla scena del delitto la scientifica dei carabinieri ed il medico legale incarico dalla Procura di Agrigento. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Paola Vetro, sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Licata agli ordini del capitano Augusto Petrocchi. Le armi sono state sequestrate e saranno sottoposte ad accertamenti balistici. Nella tarda mattinata gli inquirenti hanno cominciato un giro di interrogatori dei parenti del killer sentendo la moglie e l’altro fratello. Intanto il sindaco di Licata, Pino Galanti, ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di domani per manifestare il dolore di tutta la comunità per la tragedia che ha colpito la città. Analoga giornata di lutto sarà proclamata il giorno dei funerali.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI