L'immigrazione? | Necessaria una nuova era - Live Sicilia

L’immigrazione? | Necessaria una nuova era

Si prevedono circa 200.000 nuovi arrivi di migranti entro il 2015 e la Sicilia rimarrà una delle prime mete da raggiungere. C'è la necessità di scrivere una nuova pagina fondata sulla giustizia sociale.

Chissà quanti leggeranno questo articolo, aggrediti come siamo da paure sconosciute, minacciati in casa da cambiamenti epocali, che pensavamo impossibili, da cui vorremmo proteggerci dando ad essi le spalle. Proviamoci. Si prevedono circa 200.000 nuovi arrivi di migranti entro il 2015 e la Sicilia rimarrà una delle prime mete da raggiungere. Davvero qualcuno crede che si debbano o si possano fermare con fili spinati e bombardamenti? Fuggono, lo sappiamo, da guerre, regimi bestiali, fame e sete.

La verità è che prima o poi doveva accadere, la cecità delle società dell’opulenza, dello spreco, sotto la dittatura della speculazione finanziaria e del mercato guidato da regole impietose, non poteva non produrre ciò che sta accadendo. Società inginocchiate dinanzi al dio denaro, nutrite dall’indifferenza, che a loro volta sono segnate da intollerabili ingiustizie, atroci diseguaglianze, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, mancanza di lavoro, corruzione dilagante, violenza all’ambiente, razzismi. Queste stesse società malate, dilaniate da contraddizioni spaventose, si erano pure messe in testa – con quale credibilità? – di esportare la democrazia e la libertà – azzardiamo, per interessi economici? – in terre lontane afflitte da totalitarismi, da scontri tribali e fratricidi, con le armi e le torture. Una scelta sciagurata e ipocrita, non priva di prevedibili conseguenze. Dentro l’immenso fenomeno inarrestabile delle ondate di migranti, con la tragedia umanitaria che si porta appresso, in realtà sta l’interrogativo di fondo a cui tutti dobbiamo finalmente dare conto, stati, governi, chiese, economie, donne e uomini pensanti: dobbiamo forse rimettere in discussione la nostra concezione del mondo, dell’esistenza umana, dei rapporti sociali ed economici?

Dobbiamo iniziare una nuova era fondata sulla pace frutto della giustizia sociale e non della presenza degli eserciti? Credo proprio di si. Comunista? No, cristiano, ebreo, musulmano, buddista, induista, ateo illuminista. Tutti abbiamo paura delle novità sconvolgenti, tutti guardiamo con apprensione i continui sbarchi di migranti sulle nostre coste e l’inadeguata politica delle istituzioni nazionali, europee e internazionali per farvi fronte. Ma la risposta non sono le rozze posizioni guerrafondaie e similnaziste assunte da modesti personaggi della politica nostrana, buttate in pasto agli italiani legittimamente spaventati in cambio di facile consenso. Nemmeno, è bene affermarlo con chiarezza proprio per non lasciare campo aperto ai modesti personaggi di cui sopra, si può affidare il dramma di una migrazione di dimensioni ormai bibliche al buonismo di maniera, da salotto, che lascia il sistema così com’è. La risposta è un’altra, basta ascoltare gli ammonimenti di Papa Francesco.

Innanzitutto, sui provvedimenti d’emergenza misureremo la reale volontà dei paesi europei di volere fondare un’Europa dei popoli e non dei governi e delle banche. Il futuro non si costruisce sugli egoismi nazionali. Poi, occorre un’immediata presa di coscienza planetaria che tolga il primato al denaro per restituirlo alla Persona; che coniughi la globalizzazione dei mercati con la globalizzazione dei Diritti; che affermi, con politiche concrete contro la fame, i fondamentalismi religiosi e i genocidi perpetrati in ogni parte del globo, la dignità dell’Uomo come il centro assoluto di ogni cosa. Utopia? La storia dell’umanità, a cominciare dal Vangelo di Gesù, è piena di utopie diventate patrimonio universale.


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