Incidente sulla Palermo-Sciacca, il dramma dei bambini

L’incidente con tre morti, quei bambini gravissimi e i ‘miracoli’ della sanità

I piccoli ancora non sanno della morte dei genitori
PALERMO-SCIACCA
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PALERMO- Ancora non sanno che papà e mamma sono morti, in un terribile incidente sulla Palermo-Sciacca. Ancora non sanno di essere stati salvati, per un miracolo della nostra buona sanità, all’Ospedale dei Bambini di Palermo.

Sono intubati e sedati. Lottano, accanto a medici e infermieri. Sono i tre bambini tunisini, di otto, sei e quattro anni, coinvolti nello schianto che gli ha portato via i genitori, Walid e Fina, la terribile tragedia in cui è morto anche il palermitano Riccardo.

Sono arrivati ieri, in condizioni disperate e l’ospedale si è attivato, alla ricerca di una stabilizzazione che appariva complicata. Raccontiamo momenti difficilissimi, in cui la necessità di fare presto e bene si sovrappone all’angoscia e al dolore. Come è successo anche al ‘Di Cristina’.

Chi c’era racconta: “Tutti i colleghi si sono mobilitati, chi era libero è arrivato di fretta. C’è stata una grande partecipazione”.

Le condizioni dei bambini

“Le condizioni – spiegano dall’Ospedale dei Bambini – permangono critiche e la prognosi è riservata. Particolare apprensione desta il fratellino più grande che, a seguito delle gravi emorragie cerebrali, ha già subito un delicato intervento neurochirurgico d’urgenza”.

“Anche il secondo bambino presenta fratture cranio-facciali e diverse altre lesioni ed è stato effettuato l’intervento chirurgico di riduzione di una frattura femorale esposta presso le sale operatorie dell’ospedale dei bambini dal nostro ortopedico pediatra”.

“Il bambino più piccolo, pure lui intubato e sedato, si trova come i fratellini ricoverato in Terapia Intensiva, seguito costantemente dal personale medico e paramedico e ha ricevuto la visita dei parenti”.

Non sanno. Dormono, nel sonno chimico che li allontana dalla tragica notizia. Dice ancora qualcuno che c’era: “C’è molta sofferenza in noi per la grande tragedia di questi piccoli, che hanno perso i genitori e a cui va ogni nostro pensiero e speranza di guarigione. Quello che è successo in ospedale è stato un miracolo di organizzazione e di impegno, per l’eccezionalità dell’assistenza da garantire a tre piccoli molto gravi”.

La mobilitazione in ospedale

Sono intervenuti cinque pediatri e numerosi infermieri, più altro personale del Pronto Soccorso Pediatrico e della Pediatria d’Urgenza.

Sono scesi in campo contemporaneamente tre rianimatori pediatrici, due chirurghi pediatri, l’ortopedico pediatra e il neurochirurgo pediatra; i medici e gli infermieri del 118, che hanno accompagnato i bambini, sono rimasti qualche tempo per aiutare nelle fasi critiche.

I direttori di Terapia Intensiva Pediatrica, Radiologia Pediatrica, Chirurgia Pediatrica e Pronto Soccorso sono arrivati in pochi minuti, assieme al chirurgo maxillo-facciale, e hanno coordinato le operazioni.

“Abbiamo lavorato come una grande equipe, tutti quanti hanno dato il meglio e si sono prodigati, tutto con il massimo ordine e professionalità e ognuno con le proprie competenze” aggiunge una pediatra che lavora in pronto soccorso pediatrico da più di quindici anni”.

Tutti coinvolti

“Tutti gli operatori hanno mostrato una professionalità e generosità esemplari prodigandosi in una situazione di emergenza eccezionale” dichiara il direttore sanitario dell’Arnas Civico-Di Cristina, Domenico Cipolla.

“È importante – continua Cipolla – trasmettere alla città questa sensazione di orgoglio professionale e di coordinamento multispecialistico vissuti in questa gravissima emergenza, in un frangente che rimane tragico”.

“Dal punto di vista organizzativo è stata quasi come una procedura di stress test o risposta a maxiemergenza di una struttura sanitaria pediatrica: tre codici rossi contemporanei di bambini piccoli politraumatizzati hanno avuto una gestione coordinata ed efficace in un ospedale pediatrico che dimostra di saper rispondere in maniera multidisciplinare alle esigenze di salute della area metropolitana e siciliana” dice il direttore generale, Walter Messina.

Adesso i bambini dormono. Assistiti da amiche e da amici che non sapevano di avere. Perché ancora non sanno.

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