L'indomabile Cateno - Live Sicilia

L’indomabile Cateno

il personaggio
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Irrequieto lo è sempre stato. E fuori dagli schemi pure. Cateno De Luca è uno difficile da tenere chiuso in un recinto. E il suo pellegrinare per i gruppi dell’Ars non poteva certo chiudersi con l’approdo a Forza del Sud. Irruento, loquace ai limiti della logorrea, battagliero e teatrale nei suoi interventi-fiume a Palazzo dei Normanni, nei quali non disdegna il ricorso al dialetto delle sue parti, come quando interrogò i colleghi dell’Ars ponendo il dirimente quesito: “Lo sapete cos’è la ‘cutra’?”.

Il tenace deputato di Fiumedinisi proviene dall’Mpa di Raffaele Lombardo. Ma con il governatore ha avuto un rapporto non semplice. E non solo con lui. Con Gianfranco Miccichè, con il quale ha oggi divorziato dopo un matrimonio lampo, di quelli che davanti alla Sacra Rota puoi presumere non consumati, era venuto ai ferri corti nella scorsa legislatura. E per contestare una decisione dell’attuale sottosegretario, all’epoca presidente dell’Ars, aveva pensato bene di denudarsi a Palazzo dei Normanni coprendosi le parti intime con una bandiera sicula. “Qualche elettrice mi fece notare di non essere in una splendida forma”, confessò un paio di anni dopo (e una decina di chili in meno) in un’intervista su I love Sicilia.

Sullo scontro con streep tease (cui seguì la pace in Aula con Miccichè), Cateno e Gianfranco ci avevano scherzato pure su nella memorabile, variopinta e lunghissima kermesse che aveva sancito, in un cinema palermitano, l’abbraccio tra il movimento Sicilia Vera e Forza del Sud. Era il 16 ottobre dell’anno scorso. La nascitura Forza del Sud era in cerca di un quinto uomo per formare il gruppo all’Ars: De Luca, per il quale in qualche settimana prima i giornali avevano persino ipotizzato un passaggio al Pd, arrivò come manna dal cielo e per lui si srotolò il tappeto rosso fino alla poltrona di capogruppo. Nel frattempo, però, i miccicheiani all’Ars hanno incassato l’ingresso di Carmelo Incardona, a quel punto quota cinque era assicurata anche senza Cateno. E così le incomprensioni di questi mesi tra il leader di Sicilia Vera e i seguaci di Miccichè hanno portato a una separazione che non ha sorpreso nessuno.

Torna così al gruppo misto, per la seconda volta in questa legislatura, l’uomo che sfiancò un’intera Assemblea regionale in occasione del dibattito sull’ultima Finanziaria, prendendo la parola per dieci minuti su ogni articolo in discussione. Alla fine totalizzò qualcosa come novecento minuti di interventi e sfiorò la zuffa fisica con il mite catanese Dino Fiorenza (seguì appaciata con baci e abbracci in diretta tv).

C’è chi scommette su un suo ritorno alla casa autonomista, qualcuno racconta che è stato Lino Leanza a operarsi per un suo riavvicinamento all’Mpa. Lui oggi ha smentito “nel modo più categorico” il passaggio ad altri partiti. Ma De Luca è politico aduso alle sorprese. Ed è così che il suo popolo, appassionato e vivace come lui, lo ama. Difficile che i bookmakers accettino scommesse sulle sue prossime mosse.


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