L'infermiere picchiato in ospedale| Arresti domiciliari per l'aggressore - Live Sicilia

L’infermiere picchiato in ospedale| Arresti domiciliari per l’aggressore

L'ospedale di Partinico

Il grido d'allarme dei sindacati: "La solidarietà non basta, poca sicurezza nei pronto soccorso".

PALERMO – E’ stato convalidato, al termine della direttissima, l’arresto di David Giambrone, il 37enne bloccato sabato notte da polizia e carabinieri all’ospedale di Partinico per una violenta aggressione ai danni di un infermier( clicca qui per leggere il servizio di cronaca). Per l’uomo sono stati disposti i domiciliari nella sua abitazione di Borgetto. Resta invece ricoverato a Villa Sofia, O.G. l’infermiere 49enne finito nel mirino: dopo essere stato sorpreso alle spalle è stato colpito in faccia più volte ed ha riportato la frattura della mascella e dell’osso temporale. Per lui i medici hanno espresso una prognosi di trenta giorni e nelle prossime ore lo sottoporranno ad un delicato intervento chirurgico.
“Quell’uomo – racconta il personale ospedaliero del Civico di Partinico – indossava anche un anello e i pugni hanno provocato ferite talmente gravi da far perdere conoscenza al collega per dieci minuti”. Una notte da incubo a partire dal momento in cui Giambrone sarebbe andato su tutte le furie: arrivato al pronto soccorso perché accusava problemi cardiaci, si sarebbe rifiutato di attendere il proprio turno per essere sottoposto agli esami previsti dal protocollo, ovvero il prelievo del sangue che doveva essere eseguito tre volte.
Nel pronto soccorso si è scatenato il putiferio: la porta del triage è stata chiusa e l’infermiere è caduto a terra sotto i colpi violenti di Giambrone. Un episodio condannato immediatamente dal dg dell’Asp di Palermo Antonio Candela e oggi anche i sindacati di categoria condanno con forza: “Quello che è accaduto a Partinico è grave per tutta la categoria, bisogna garantire la massima sicurezza – dice Francesco Frittitta, segretario regionale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche -. Voglio dimostrare tutta la mia solidarietà e quella del Nursind al collega infermiere aggredito. Questa brutta vicenda non deve passare solo come l’ennesima aggressione. Si tratta di un vero e proprio attacco alla nostra professione, quella infermieristica, da anni senza tutela protettiva da simili episodi. Mi auguro che assieme alle aziende sanitarie si possa iniziare un percorso per garantire più sicurezza nei posti di lavoro, a cominciare dal pronto soccorso fino a quei luoghi dove spesso si pensa che non possa capitare nulla. L’agguato purtroppo è sempre possibile. Al collega aggredito diciamo forza, ce la farai come sempre, perché tu non sarai mai solo ma avrai una intera categoria dalla tua parte”.

“Esprimiamo la massima solidarietà al collega aggredito Tale vile atto va ad aggiungersi ad altri episodi di violenza negli ospedali italiani a cui, purtroppo, non segue un provvedimento ministeriale adeguato a fronteggiarli”, scrive in una nota Calogero Coniglio, coordinatore nazionale Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti e coordinatore regionale Usae Sicilia, Unione Sindacati Autonomi Europei. “E’ l’ennesimo caso, però, di una lunga serie di aggressioni nei pronto soccorso denunciati dalla Fsi-Usae negli ospedali siciliani, abbiamo stilato un dossier con gli episodi più gravi, una storia, quindi, che si ripete – dichiara Coniglio – questo è un gravissimo caso di inciviltà ed ancora una volta ci ritroviamo a raccontare e denunciare episodi in cui colleghi, armati solo di competenza, serietà e professionalità, si scontrano con l’arroganza e la prepotenza di chi conosce solo il linguaggio della violenza”.

E ancora: “La solidarietà è fondamentale, ma non basta. Occorrono interventi concreti per prevenire gli episodi di violenza nei confronti del personale infermieristico e medico, che avvengono con sempre più frequenza negli ospedali”, dicono Mario Scialabba, Gaetano Mazzola e Giuseppe Amato, segretari aziendali di Cgil Fp Palermo, Cisl Fp Palermo Trapani e Uil Fpl Palermo all’Asp di Palermo. Fatti come questi, purtroppo non sporadici continuano e sono inammissibili. Il lavoro per gli operatori della sanità sta diventando un incubo e diventa ormai improrogabile affrontare questo fenomeno con interventi complessivi”. Scialabba, Mazzola e Amato chiedono che vengano subito messi in atto misure di sicurezza, sistemi d’allarme, presenza attiva del servizio di vigilanza, registro dei pazienti violenti, pianificazione di un numero appropriato di operatori e la formazione specifica del personale. “La direzione dell’Asp – affermano i sindacalisti – attivi subito un tavolo di confronto per verificare la situazione in tutti i pronto soccorso degli ospedali dell’azienda e individuare le azioni più opportune per impedire altri simili episodi”.


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