CATANIA – Ipocrisia. Un concetto molto diffuso nei classici rapporti sociali o professionali. Ma che in qualche modo stupisce se si tratta di contatti tra malavitosi, che per ‘dna’ non dovrebbero aver paura a ‘esternare simpatie e antipatie’. Pare però che ‘la recita’ vale anche negli ambienti criminali. E un esempio, alquanto curioso, arriva da un’intercettazione finita nelle carte dell’inchiesta Consolazione scattata stamattina all’alba. Blitz che ha colpito il clan Pillera-Puntina, che fanno base a piazza Borgo.
Nel 2015 la Squadra Mobile ha piazzato cimici ovunque. Vittorio Puglisi, tra i bracci operativi di Fabrizio Pappalardo – definito il capo del gruppo del Borgo – ha trascorso una giornata a Palazzo di Giustizia e ha fatto anche ‘incontri interressanti’. In auto, in compagnia di Davide Bonfiglio, ha cominciato a raccontare quanto avvenuto nel corso della sua mattinata ed in particolare del ‘rendez vous’ avuto con Massimiliano Salvo, esponente del clan Cappello di Catania e oggi al 41bis. Il boss catanese avrebbe tenuto un comportamento non in sintonia con i rapporti alquanto accesi con Puglisi, che lo etichetta come ‘ipocrita’. Anzi bolla – disgustato – tutta la ‘malavita’ catanese come una sorta di teatro delle marionette.
“È una giornata che sono in Tribunale da stamattina alle nove, ho visto a Biagio ho visto a quelli là… poi mi sono incontrato con ‘Massimo u carruzzeri’ poco fa, quando me ne sono salito, verso l’una, baci, bacetti… fino all’altro giorno ci stavamo ammazzando, minchia carusi, l’ipocrisia, la malavita di Catania fa schifo, mamma mia, più va più mi schifo”. Null’altro da aggiungere.