L'ira di Crocetta dopo le elezioni | E spunta il caso Leotta - Live Sicilia

L’ira di Crocetta dopo le elezioni | E spunta il caso Leotta

L'assessore Leotta

Una conferenza stampa agguerrita quella del governatore Crocetta. Che, a Palazzo d'Orleans, ne ha avuto per tutti. L'assessore Leotta verso le dimissioni.

La conferenza stampa
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PALERMO – “Su Gela, pensare che la vicenda di un sindaco mi riguardi come se io fossi un notabile che possiede un feudo, è assurdo. Io non sono un signore delle tessere né un signore del consenso. Io ho sempre mosso un voto di opinione”. Queste le prime parole del presidente della Regione, Rosario Crocetta, in una conferenza stampa convocata oggi. Un appuntamento in cui il presidente ha affrontato il tema delle elezioni a vasto raggio. Ecco le sue dichiarazioni.

 

La sconfitta a Gela

“Su Gela va precisato che le liste hanno ottenuto il sessanta per cento dei voti. Il Pd è la prima lista e la seconda è il Megafono. Se ci fosse stato un mancato consenso nei miei confronti non avremmo ricevuto questi voti. Se avessimo fatto, come volevo, una lista insieme al Pdr saremmo stati la prima lista. Il sindaco non è riuscito a intercettare nemmeno la metà dei voti delle liste. Avete visto in Italia un caso simile?”.

Poi Crocetta prosegue: “Si perde a Gela e ad Augusta. Città fortemente interessate alla deindustrializzazione. Mentre i grillini hanno sposato invece la causa delle raffinerie, nonostante Cancelleri mi avesse dato del ‘texano’. Io sono per il modello che prevede la riconversione delle raffinerie e per l’abbandono dell’economia basata sul petrolio. Io avevo detto che si sarebbe perso a Gela. Lo avevo detto a Faraone, Raciti e Guerini. Avevo promesso che avrei difeso Fasulo anche mettendoci la faccia. Pur sapendo che al primo comizio ci sarebbe stata la contestazione, ma non erano rivolti a me. Al massimo c’erano venti persone che organizzavano queste contestazioni”. Secondo il governatore “c’è un gruppo che rende impossibile ormai il gioco democratico. Gela – spiega – è l’unica città d’Italia dove non si possono fare comizi. E’ intervenuta la polizia, anche fermando uno di loro. Da quel momento sono finite le contestazioni. I video diffusi sono stati girati solo dalla zona dei fischi, ovviamente. Alterando la realtà. Io comunque ho fatto il comizio. Se non l’avessi fatto, non saremmo nemmeno arrivati al ballottaggio. Qualsiasi sindaco uscente avrebbe perso al primo turno. Credo che anche il governo Renzi debba intervenire in quel contesto”.

Faraone e Ferrandelli

Ancora Crocetta. “Nei mesi scorsi le amministrative sono state vinte anche grazie al mio impegno. A Catania, senza la lista del Megafono o la lista di Leanza che ho convinto io a sostenere Bianco, quel sindaco non sarebbe stato eletto. A Palermo invece il Pd ha un livello del cinque o sei per cento. E persino chi ha perso personalmente oggi è tra quelli che sferra le critiche più feroci. Faraone? Non polarizzate lo scontro, la lista è lunga. Qualcuno ha perso personalmente come Ferrandelli. Io l’ho sostenuto, certo. Ma poi io ho vinto le elezioni. E sono l’unico ad aver vinto le regionali come candidato del centrosinistra. Altri invece non hanno vinto nemmeno le elezioni di condominio, altro che le Regionali. Lo stesso Orlando, candidato in un periodo in cui era più facile vincere, visto che Cuffaro era accusato di gravi reati, ha perso”.

“A Gela ero sicuro che, se il candidato avesse vinto, sarebbe stato il candidato di Faraone, se avesse perso sarebbe stata colpa mia. Ma Faraone e il governo nazionale non sono venuti a Gela. Io sono andato, perché sono leale. Ha vinto Cancelleri? Non mi sembra che nella sua città Caltanissetta abbia ottenuto grandi risultati. Con i grillini sono in vantaggio io, due a uno”.

Crocetta, Marino e il centrodestra

E ancora: “Vorrei ricordare che il centrodestra ha perso ancora. L’Ncd ormai è residuale. Penso a Bronte: anche lì ho fatto campagna elettorale. Se abbiamo perso a Gela per colpa mia, abbiamo vinto a Bronte per merito mio. La sconfitta di Crisafulli a Enna è un mio successo? Sicuramente non è una sconfitta. Anzi è un’occasione storica di rinnovamento. Il Pd? Non si può parlare di grande Pd nemmeno ad Agrigento dove ha preso il cinque per cento”.

Crocetta: “Se Fasulo ha perso qualche voto per causa mia, è certamente il voto dei mafiosi. La mafia certamente non ha votato per Fasulo. Troppe liste civiche in queste amministrative? Non nel centrosinistra. È Forza Italia a doversi presentare con le liste civiche perché non può metterci la faccia apertamente. Il Pd non aveva questo problema. Ed è anche cresciuto da quando noi siamo al governo della Regione”.

Poi Crocetta lancia una frecciata ai renziani: “Per essere dei rottamatori bisogna essere per forza renziani, o forse a volte bisogna anche rottamare qualche renziano? A Siracusa o l’ex sindaco di Agrigento sono dei rottamatori o rappresentavano il vecchio sistema? Io sono un rottamatore ante litteram in certi casi. L’analogia con Marino la faccio io. Marino è una delle più grandi persone perbene d’Italia. Ed è stato invischiato da un sistema che gli ha persino imposto degli amministratori che lui non voleva”.  Sul rapporto con Ncd: “La mia prudenza nei loro confronti è solo antipolitica o magari è dovuta a fatti legati ad esempio alle indagini che riguardano il Cara di Mineo? I grillini non hanno avuto problemi ad allearsi con loro e con Forza Italia. E adesso scopro che il sindaco collaborerà pure con Gaetano Armao. Ma come fanno i grillini a chiedere a Roma le dimissioni di Castiglione, della Vicari o di Alfano e poi fare questa politica qui? Io non parlo ovviamente di tutto Ncd dove ci sono persone perbene. Ma non ci si può fidanzare con l’amante di Berlusconi. Questo credo sia un grosso problema anche per Renzi. L’Udc è alleato con Ncd? È diverso. L’Udc fa parte del patto originario alla base della mia elezione e io sono leale. Se l’Udc vuole poi rompere questo patto, è un altro discorso. So bene che le scelte nazionali possano influenzare anche quelle regionali. Ma mi risulta che nell’Udc le forze per allearsi col centrodestra non siano maggioritarie, anche se so che esistono anche queste posizioni. Ma sia chiaro: il centrodestra in Sicilia non ci ritorna”.

Ancora Crocetta: “Adesso la smetto di fare il bravo. Chi difende molti degli interessi in Sicilia? Vogliamo trovare una soluzione per i precari dei Comuni? La sinistra torni a fare la sinistra. Nel frattempo il Pil aumenta, ma la disoccupazione pure. Ci sono tre leggi che vanno fatte subito. La prima è il cosiddetto ‘Sblocca Sicilia’. La seconda è la riforma delle Province. Io non riconosco la legge uscita fuori dalla commissione. Intanto vanno certamente confermati i referendum già fatti: penso a Niscemi o a Caltagirone. La terza legge riguarda le povertà. Non possiamo non aiutare i senza reddito, i poveri. Su questo sono pronto alla sfida. Lo Stato lo considera anticostituzionale? L’Ars la approvi e poi ci vengano a dire che aiutare i poveri non è costituzionale. E poi il governo nazionale lo vuole chiudere questo accordo sui trecento milioni previsto in Finanziaria? E sui rifiuti? Perché parlano di commissariare. Forse è meglio che commissarino se stessi. Io torno a fare il Crocetta della rivoluzione. Nessuno mi trasformerà in uno yes man. La prossima volta che parlano di commissariamento io impugno la questione alla Corte costituzionale”.

Crocetta: “La differenza con Roma e Marino? È che io ho impedito certe commistioni e avvicinamenti. Ad esempio, se mi avessero imposto Rinaldi, dopo lo scoppio dello scandalo della Formazione che ha coinvolto anche Genovese se la sarebbero presa con me. Ovviamente, non credo che Marino abbia alcuna responsabilità”. Crocetta sulla Formazione: “Noi abbiamo già 155 milioni dalla nuova programmazione. Per gli anni successivi, il governo nazionale ci dovrà dire come fare. Mi aspetto che il sottosegretario Faraone aiuti questo governo, così come Alfano. Considerato anche il fatto che si sono presi i fondi Pac, che io credo debbano essere restituiti. Questo governo nazionale non ha mai aiutato il governo regionale. Penso ad esempio al caso della piccola Nicole, dove alla fine abbiamo avuto ragione noi. Assisto da due anni e mezzo ad attacchi sconsiderati. A ipotesi di commissariamento persino illegali. Sono sempre quello cattivo. Peccato che il cattivo è l’unico che li ha fatti vincere dal dopoguerra in poi. Sempre sulla Formazione vorrei sapere dove trovare i soldi. Visto che nemmeno 150 milioni serviranno per pagare tutti i lavoratori rimasti senza lavoro. Io voglio che questi oltre duemila rimasti senza lavoro vengano assunti. Ma il governo nazionale ci deve dare i soldi. Senza di me questa Regione oggi sarebbe fallita. Non c’è però più modo di operare altri tagli. Io non massacrerò lo stato sociale. Se essere un rottamatore vuol dire licenziare ii forestali, non fare il contratto ai regionali, colpire i lavoratori, allora io non lo sono. Questa non è rottamazione ma massacro sociale. Per capirci io sono il più renziano tra i presidenti della Regione. Purtroppo i suoi uomini però rappresentano la conservazione. Penso ad esempio a Foti e Zambuto. Chi li sostiene? Faraone? L’antagonista alle prossime regionali me lo scieglierò io. Questi hanno iniziato a fare campagna elettorale dal giorno in cui sono stato eletto. E da allora pensano solo a commissariarmi o a sfiduciarmi”.

Il caso Leotta

L’assessore regionale alla Funzione pubblica, Ettore Leotta, sarebbe orientato a rassegnare le dimissioni dalla giunta guidata da Rosario Crocetta. Lo si apprende da ambienti dell’Udc. La scelta sarebbe collegata a ragioni di carattere personale. Leotta, ex magistrato amministrativo in pensione, è entrato in giunta in quota Udc a gennaio scorso, al posto di Marcella Castronovo, anche lei dimissionaria.

 

 


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