PALERMO – Villaggio globale e solitudine stanno in un rapporto inversamente proporzionale. Più le persone si chiudono nella loro realtà virtuale, più aumenta “l’isolamento nell’era della grande comunicazione”: questo è stato il titolo dell’incontro tenuto all’Astoria Palace Hotel, a Palermo, in occasione del quarantesimo anniversario della fondazione del Telefono Amico Italia. Il centro d’ascolto, nato nel 1972 sulla scia dell’esempio d’Oltreoceano, come servizio di soccorso per arginare il crescente fenomeno dei suicidi.
Oggi il servizio, gestito da volontari formati, svolto dalle 10 di mattina a mezzanotte, con la garanzia di anonimato, sostiene le persone sole che trovano dall’altra parte del filo un “amico”. “Puntiamo a coprire le 24 ore” spiega il presidente nazionale della Onlus, Dario Briccola, che ha anche fornito un’anteprima delle analisi statistiche dei dati di chi chiama il Telefono Amico, elaborate dall’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano.
Aumentano i numeri di chi chiama per angoscia e inquietudine nel 2011 rispetto all’anno precedente, segno che “l’inasprimento della crisi ha inasprito gli stati d’animo” spiega Briccola. A rivolgersi all’aiuto telefonico continuano a essere in maggioranza uomini, dai 36 ai 45 anni, ma per una durata media di chiamata inferiore a quella delle donne: arrivano prima a svelare il problema da cui sono afflitti.
L’appello lanciato del presidente del Telefono Amico di Palermo, Giancarlo Cappanera, è di fare rete, “rifondare il terzo settore, per poterci presentare alle istituzioni uniti e coesi”. Un appello lanciato a tutte le realtà presenti e che hanno dato il loro contributo all’incontro all’Astoria: il Cesvop, l’Asp di Palermo, l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto, il telefono rosa, l’Auser e il telefono azzurro