"Giù le mani dal nome Borsellino"| Dopo la diffida la Onlus ci riprova - Live Sicilia

“Giù le mani dal nome Borsellino”| Dopo la diffida la Onlus ci riprova

Da sinistra Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto

Nuova richiesta di costituirsi parte civile nonostante l'iniziativa dei figli del magistrato.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Diffidata dai familiari del giudice assassinato dalla mafia, esclusa dalle parti civili in un processo, ci riprova in un altro dibattimento. L’associazione Paolo Borsellino onlus di Marsala, tra la sorpresa generale, ha chiesto di costituirsi contro i quaranta presunti appartenenti ai clan mafiosi di Monreale e San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. Spetterà al giudice per l’udienza preliminare Fernando Sestito decidere l’ammissione o meno.

A metà gennaio era stata tranciante la decisione del presidente della Corte d’assise, Alfredo Montalto. La Onlus non aveva alcun titolo o interesse, neppure geografico, a costituirsi parte civile al processo sull’omicidio di Mirko Sciacchitano, un ragazzo massacrato per le strade del rione Santa Maria del Gesù. La diffida di Manfredi Borsellino a usare il nome del padre non li aveva scoraggiati. “Solo ora ho appreso dell’esistenza dell’associazione Paolo Borsellino onlus. Diffido pubblicamente i suoi promotori e fondatori – scriveva il figlio che fa il commissario di polizia – persone peraltro a me e alle mie sorelle sconosciute, dal continuare a utilizzare indebitamente il nome di nostro padre. Non abbiamo mai dato alcuna liberatoria”.

L’associazione è stata costituita qualche anno fa dall’avvocato penalista Giuseppe Gandolfo, con un passato di collaborazione con Libera. Un’associazione, volendo usare le parole del vice questore Borsellino, “particolarmente impegnata sul fronte delle costituzioni di parte civile nei processi contro la criminalità organizzata”.

I figli del magistrato “hanno sempre custodito e resi vivi loro cuori – aggiungeva l’avvocato Manfredi Carriglio per conto dei Borsellino – nei loro cuori e nell’adempimento dei compiti professionali che la vita ha loro assegnati, la memoria e gli insegnamenti paterni senza pretendere di assumere su di sé improprie funzioni di sorveglianza selettiva sull’uso che negli anni e da più parti, è stato fatto di quel nome”. Un esercizio concreto di controllo sarebbe stato d’altra parte impossibile vista la “proliferazione, più o meno strumentale, di associazioni che ambivano a richiamare, nella suggestiva denominazione, l’eredità di Paolo Borsellino”.


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