Lo schema del nuovo decreto Pnrr, a cui sta lavorando il governo nazionale, contiene la nomina di ulteriori commissari straordinari (che si aggiungono a quelli già in carica, e non sono pochi, e che comprendono anche il neo commissario per l’emergenza incendi in Sicilia, Renato Schifani, nominato dal DL Energia).
La bozza di decreto, approdata in Consiglio dei Ministri, prevede infatti la nomina di 3 nuovi Commissari straordinari (e relativi staff): un Commissario per accelerare la realizzazione di nuovi posti letto per universitari (il cui mancato raggiungimento del target aveva a lungo bloccato l’erogazione della terza rata Pnrr), un Commissario per realizzare gli interventi di recupero, rifunzionalizzazione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata (i 300 milioni che il Pnrr aveva destinato a questi progetti sono stati cancellati dalla revisione del Pnrr ma il commissario arriverà ugualmente per supervisionare, insieme a una squadra di dodici componenti, i progetti dislocati nei Comuni, su cui però ancora pende l’incertezza della fonte finanziaria), ed infine un Commissario per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.
Tre commissari per capitoli spinosi
Tre nuovi commissari per affrontare tre capitoli spinosi del Pnrr in cui il Governo si è trovato in affanno rispetto alle scadenze europee, e che pensa adesso di risolvere ammettendo (forse si poteva farlo anche prima) di non avere al suo interno le competenze, Sceglie quindi di affidarsi ad Esperti che – nella veste di Commissari – non dovranno passare da alcuna selezione pubblica ma saranno indicati ’intuito personae’. E così pure le altre figure previste nei rispettivi staff.
La copertura
Le risorse previste dalla bozza portata in Consiglio dei Ministri mercoledì scorso dal titolare del dicastero per il Pnrr, il Sud, gli affari europei e la coesione territoriale Fitto è stata ‘rimandata’ ad una prossima seduta perché manca la copertura finanziaria (il costo previsto per le tre strutture commissariali, tra compenso del Commissario – fatto da parte fissa e parte variabile – degli staff e delle spese di gestione della struttura ammonta a diversi miliardi per 3 anni).
Dove prendere le risorse?
E non vorremmo nemmeno ipotizzare che queste risorse potrebbe essere prelevate dall’Fsc (come è stato per gli 800 milioni previsti per il neo Commissario straordinario Schifani) o dalle risorse Pnrr tolte ai Comuni. Applicato così, l’esercizio (previsto dall’ordinamento giuridico solo per emergenze o casi in cui si rende assolutamente necessario) finisce per diventare la risposta per affrontare i limiti che derivano dall’assenza di una visione sui grandi temi e dalla crisi di competenze nella Pubblica Amministrazione.
Le complicazioni burocratiche
Facendo diventare regola l’eccezione. E utilizzando i poteri in deroga per superare molte delle complicazioni burocratiche connesse. Cosa che andrebbe fatta mettendo mano (ed il Pnrr lo richiede) ad una seria riforma intesa alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi e non procedendo per ‘straordinari poteri’. Con la conseguenza – non da poco – di una normalizzazione delle misure emergenziali per il tramite delle gestioni fuori bilancio.
Troppi commissari straordinari, era necessario?
Il ricorso al sistema della gestione commissariale non solo nei casi di effettiva necessità, ma anche al fine di intervenire in ambiti diversi che hanno poco a che fare con l’urgenza e la straordinarietà, ove abusato, può peraltro determinare effetti contrastanti.
La Corte dei Conti
E’ quanto ha più volte stigmatizzato la Corte dei Conti. Infatti, quando viene fatto ricorso alla figura del Commissario straordinario per supplire ad un processo ‘ordinario’ della Pubblica Amministrazione (quale è l’attuazione di un intervento Pnrr previsto sin dal 2021, per il quale c’era quindi il tempo di acquisire le eventuali competenze) non solo scavalca il ricorso all’evidenza pubblica, e quindi alla comparazione delle competenze nella scelta, ma permette l’apertura di contabilità speciali dedicate, alle quali viene riservato un sistema di rendicontazione amministrativa semplificata, sottratto alle ordinarie procedure di controllo e per lo più non riconducibile al bilancio dello Stato.
Ed è cosa nota l’insofferenza dell’attuale Governo nazionale per i controlli. In fondo la proposta del Ministro Fitto è tutt’altro che ‘nuova’: commissariare i Ministeri inadempienti e ‘accentrare‘ i 3 fascicoli sotto la sua guida.
*l’autrice è responsabile Pnrr del Pd Sicilia