CATANIA – Era una donna coraggiosa, la povera Ylenia Bonavera. A soli 26 anni era già sopravvissuta ad una storia raccapricciante. Era sopravvissuta, infatti, a una brutale aggressione con liquido infiammabile, nel 2017, da parte di un ex fidanzato.
La sua morte, invece, è avvenuta nel corso di una lite in mezzo alla strada, nel quartiere di San Cristoforo, il 10 dicembre del 2020, per mano di una sua amica. Sono state depositate le motivazioni della sentenza che ha condannato colei che colpì a morte Ylenia: Daniela Agata Nicotra, dovrà scontare 18 anni di reclusione.
L’istanza di revisione
La sentenza della Cassazione fa sì che il verdetto passi in giudicato, ma la difesa dell’imputata non ci sta e si prepara a chiedere la revisione del processo. “Adiremo la Corte d’appello di Messina”, annuncia il legale della Nicotra, il penalista Giuseppe Lipera.
Il litigio fra Ylenia e Daniela, in mezzo alla strada, fu anche ripreso da alcuni telefonini. Immagini hanno documentato anche il momento del ferimento mortale. Il tutto accadde in via della Concordia. Una lite tra ragazze. In breve tempo però avvenne l’irreparabile. Una coltellata ferì mortalmente Ylenia.
Oscuro il movente
Ancora oggi la causa del litigio – di certo, in proporzione rispetto a quanto avvenuto, insignificante – non è stata chiarita. La povera Ylenia fu portata d’urgenza in ospedale al Garibaldi ma una volta giunti al Pronto soccorso non ci fu nulla da fare.
La giovane condannata ha sempre negato di aver mai voluto uccidere Ylenia. Ha sostenuto di essersi difesa, pur non potendo negare di averla colpita. La sua difesa ha sempre parlato di “eccesso colposo di legittima difesa”, o tutt’al più di omicidio “preterintenzionale”. Un delitto “comunque non voluto”.
La storia di Ylenia
Ora, nonostante la pronuncia irrevocabile della Suprema Corte, potrebbe arrivare una nuova richiesta. All’indomani della sentenza d’appello, la famiglia di Ylenia, assistita dagli avvocati Vittoria Santoro e Rosi Spitale, si era detta soddisfatta sul piano tecnico della sentenza.
La famiglia, però, spiegò l’avvocato Spitale, si aspettava una pena più severa. Ylenia, come detto, ne aveva viste tante. Ma aveva superato ogni sfida con il sorriso. Le sue foto sui social sono ancora lì, su Facebook, dove forse rimarranno per sempre.