Catania, Ylenia accoltellata a morte: si va in Cassazione

Ylenia, accoltellata a morte a San Cristoforo: si va in Cassazione

Depositata la sentenza

CATANIA –  Una lite improvvisa a San Cristoforo, poi la coltellata. Il tutto ripreso e immortalato in un video a dir poco esplicito. È stata depositata la sentenza che ha condannato a 18 anni di reclusione la trentaseienne Daniela Agata Nicotra per l’omicidio di Ylenia Bonavera. Ventiquattrenne di Messina, fu accoltellata a morte il 10 dicembre del 2020 in via della Concordia a Catania. La Corte d’appello di Catania ha confermato il verdetto del Gup di Catania. E si va in Cassazione. A fare ricorso è stato l’avvocato dell’imputata, il penalista Giuseppe Lipera.

La famiglia della vittima

Intanto la famiglia della vittima, che è assistita dagli avvocati Vittoria Santoro e Rosi Spitale, si dice soddisfatta della sentenza, ma solo in parte. “Da un punto di vista tecnico posso dire che siamo soddisfatti, perché la sentenza tiene conto del rito, dell’esclusione della premeditazione, ma è chiaro che la famiglia si aspettava una pena più alta – afferma l’avvocato Spitale -. Nulla potrà restituire la ragazza all’affetto dei suoi cari”.

La sentenza d’appello

In appello, si ricorda, i giudici avevano riaperto il processo e ascoltato il perito del gup e il consulente della difesa. Oggetto del contendere era la capacità dell’imputata di partecipare coscientemente a giudizio, anche in relazione alla sua personalità. Ma il perito stabilì che l’imputata era capace di stare al processo. Quel maledetto giorno di dicembre, Ylenia fu portata in ospedale al Garibaldi. Al Pronto soccorso, tuttavia, non ci fu nulla da fare.

Le ragioni della difesa

La sentenza d’appello è stata emessa dalla Corte presieduta da Elisabetta Messina. La giovane, che si costituì alla Squadra mobile, inoltre aveva sempre parlato di legittima difesa. Un punto, quest’ultimo, sul quale ha da sempre insistito la difesa della donna. E già nel giorno della sentenza, l’avvocato Lipera aveva definito la sentenza “ingiusta”. “Farò ricorso in Cassazione – aveva detto – insisto nella legittima difesa, in subordine nell’eccesso colposo di legittima difesa e comunque è un omicidio preterintenzionale e non volontario e la pena è oltremodo ingiustificata”.


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