Lo spaccio sotto casa del boss |Processo Km 0, chieste condanne - Live Sicilia

Lo spaccio sotto casa del boss |Processo Km 0, chieste condanne

Alla sbarra i "carusi" dell'uomo d'onore di Cosa nostra Rosario Lombardo.

la requisitoria del pm
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CATANIA – Rischia altri 20 anni di carcere Rosario Lombardo, l’uomo d’onore dei Santapaola che sta espiando due condanne definitive, di due decenni ciascuna, ai domiciliari per motivi di salute. Il boss però vive lontano da Catania da quando è stato scoperto che nella sua casa al viale Biagio Pecorino si tenevano summit e riunioni mafiose. E proprio sotto casa, Saro U Rossu avrebbe creato una piazza di spaccio: con responsabili, gestori, vedette e pusher. Tutti (tranne Lombardo) sono finiti in manette nel blitz Km 0 dei carabinieri lo scorso novembre. Una retata che ha scosso l’opinione pubblica per il filmato che ritraeva un bimbo che assisteva alle fasi dello spaccio di droga.

A otto mesi di distanza dall’operazione il processo abbreviato è al giro di boa: il pm Rocco Liguori ha rimesso in fila i tratti più salienti dell’inchiesta e poi ha formulato al Gup le richieste di pena per gli imputati. La condanna più pesante – come detto – è quella chiesta nei confronti del boss Lombardo: 20 anni di reclusione.

L’inchiesta ha fotografato la struttura gerarchica del gruppo di spaccio che avrebbe avuto come responsabile Gabriele Strazzeri (chiesta la condanna a 14 anni), legatissimo all’uomo d’onore Saru U Rossu. Una posizione di capo quella di Strazzeri riconosciuta dai sodali: Salvatore Ternullo (chiesti 16 anni e 4 mesi), fotografato durante un colloquio in carcere, ha tatuato il nome Gabriele sul braccio. Ad affiancarlo nella gestione della filiera dello spaccio Francesco Zuccaro (chiesti 15 anni e 4 mesi), Daniele Maggiore, Francesco Meo (per i due chiesti 16 anni e 4 mesi), Roberto Savasta (14 anni). E nell’elenco degli imputati c’è anche Carlo Burrello (8 anni la richiesta di condanna), genero di Marcello Magrì, quest’ultimo ritenuto per un periodo il reggente della famiglia catanese di Cosa nostra.

Chi ‘lavorava’ nella ‘piazza’ aveva uno stipendio preciso: tutto documentato da alcuni block notes sequestrati dai carabinieri nel corso delle delicate indagini. Tante, innumerevoli, le intercettazioni che hanno permesso di delineare gli affari del gruppo criminale. Diverse le intercettazioni in carcere che sono finite nei faldoni dell’inchiesta. Così come i filmati che non lasciano dubbi sull’attività illecita che si consumava sotto casa del boss, piazza di spaccio a pochi metri dalla famosa “fossa dei leoni”, altra zona di smercio di stupefacenti nella zona tra San Giorgio e Librino.

I carabinieri hanno contato fino a 200 cessioni al giorno. Come funzionava la piazza di spaccio? Due turni di lavoro: mattina e poi pomeriggio fino alle 2 di notte. La consegna avveniva attraverso una corda: il passaggio da un piano all’altro del palazzo.

E se non bastassero le indagini, ci sono anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia a finire negli atti del processo. I verbali di Angelo Bombace, soldato dei Nizza, e Salvatore Bonanno, esattore del pizzo della cosca Santapaola.

LE RICHIESTE DI PENA. Antonio Marsengo, 5 anni e 10 mila euro, Antonino Di Mauro, 3 anni e 6 mesi, Giuseppe Pulvirenti, 2 anni 2 mesi e 20 giorni, Italo Carmelo Marsengo, 8 anni 6 mesi 40 mila euro, Fernando Giarratano, 4 anni 4 mesi 10 mila euro, Giuseppe Marsengo, 4 anni 4 mesi e 10 mila euro, Gioacchino Strano, 10 anni, Gianluca Torrisi, 10 anni, Danilo Giammona, 10 anni, Carlo Burrello, 8 anni, Vito Gardali, 8 anni, Gioacchino junior Strano, 8 anni, Cristian Strazzeri, 10 anni e 6 mesi 40 mila euro, Giovanni Coco, 14 anni e 8 mesi, Giuseppe Brigante, 12 anni, Giovanni Palazzolo, 10 anni, Roberto Savasta, 14 anni, Francesco Zuccaro, 15 anni e 4 mesi, Ivan Battaglia, 10 anni, Rosario Lombardo, 20 anni, Gabriele Strazzeri, 14 anni, Salvatore Ternullo, 16 anni e 4 mesi, Daniele Maggiore, 16 anni e 4 mesi, Francesco Meo, 16 anni e 4 mesi.


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