Lo squalo del porto è un verdesca| Gli esperti: "Potenzialmente pericoloso" - Live Sicilia

Lo squalo del porto è un verdesca| Gli esperti: “Potenzialmente pericoloso”

Il biologo Silvano Riggio

Gli uomini della Capitaneria di porto proseguono con le ricerche: l'obiettivo è quello di riportare a largo lo squalo di due metri. Il biologo marino: "Forse ha seguito una potenziale preda".

PALERMO – “E’ una verdesca. Uno squalo che può anche essere lungo fino a quattro metri e mezzo. Questo misura due metri, è un esemplare bellissimo che stiamo cercando di fare tornare a largo”. Il comandande della Capitaneria di porto di Palermo, Luigi Galioto, spiega nel dettaglio l’intervento dei suoi uomini nell’area in cui è stato avvistato uno squalo. “Un’unità operativa sta cercando di attirarlo verso l’esterno – precisa – senza natralmente fargli del male.

Vengono utilizzati pesci di vario tipo, tonno e sangue di tonno, in particolare, in modo che che la verdesca ne senta l’odore e cambi tragitto verso il largo, la zona dove normalmente staziona. Le nostre sono tattiche di pesca specifiche – aggiunge Galioto – volte a non utilizzare alcun amo e a condurre il grosso pesce al di là dell’area in cui possiamo soltanto ipotizzare come sia arrivato”.

La verdesca abita, infatti, fondali abbastanza profondi nei mari di tutto il mondo ed è raro che arrivino così vicino alla costa: “Pensiamo che abbia seguito un peschereccio o che abbia perso l’orientamento – spiega il comandante – perché è davvero insolito che sia arrivato fin qui, superando anche la paura per l’intenso traffico marittimo. Le ricerche sono ancora in corso per individuarlo, ma sono sicuro che se non si è allontanato lo vedremo presto. E’ una specie curiosa, che spesso esce dall’acqua per qualche secondo”.

A confermare la rarità di episodi di questo tipo, è il biologo marino Silvano Riggio: “E’ davvero strano che sia stato avvistato da queste parti, è possibile che siano stati dei residui di pesce di alcune reti dei pescatori ad attirarlo o che comunque abbia seguito una potenziale preda, rimanendo “intrappolato” nella acque interne del porto.

La verdesca – continua il biologo – si muove spesso sulle rotte dei todari, dei tonni o dei calamari, per questo tanti anni fa la loro presenza nel mare era maggiore: al giorno d’oggi, invece, nelle nostre acque il pesce scarseggia. E – precisa – se pensiamo che se ne prevede la scomparsa entro il 2048, la prospettiva è davvero desolante.

Questo tipo di squalo – conclude Riggio – è potenzialmente pericoloso, così come lo squalo bianco. Escludo – continua Riggio – che possa comunque restare vicino alla costa, il traffico marittimo lo allontanerà automaticamente”.


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