Ponte sullo Stretto, chiesto un rinvio: i tempi si allungano - Live Sicilia

Ponte sullo Stretto, chiesto un rinvio: i tempi si allungano

Ciucci: "Massimo impegno, daremo le risposte chieste dal ministero"
INFRASTRUTTURE
di
3 min di lettura

PALERMO – La società Stretto di Messina, nell’ambito della procedura in corso di valutazione di impatto ambientale, di concerto con il contraente generale Eurolink, ha ritenuto opportuno di richiedere al Mase, una sospensione di 120 giorni dei termini per la presentazione della documentazione integrativa richiesta che, con i nuovi termini temporali, sarà consegnata entro metà settembre 2024.

Le rassicurazioni di Ciucci

“La decisione – spiega l’ad, Pietro Ciucci – è motivata dalla eccezionale rilevanza dell’opera e riflette la volontà e il massimo impegno della Società nel fornire puntuali ed esaurienti risposte alle richieste di integrazioni e chiarimenti”.

Si tratta di integrazioni e chiarimenti “sugli elaborati tecnici del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, presentate dalla Commissione Via e Vas del Mase. Alcuni approfondimenti prevedono indagini di campo, come ulteriori rilievi faunistici terrestri, batimetrici e subacquei, ai quali la Società intende dedicare la massima attenzione utilizzando pienamente i tempi consentiti dalla normativa”, ha spiegato ancora Ciucci.

Salvini aveva detto: “Lavori entro l’estate”

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, si era posto, come ribadito lo scorso aprile, “l’obiettivo di arrivare all’avvio dei lavori entro l’estate 2024”.

La Cgil in campo contro il Ponte

A Reggio Calabria, intanto, la Cgil siciliana e quella calabra fanno quadrato contro l’opera. “Il Ponte sullo Stretto è un tema importante per l’intero Paese ma il governo ne ha fatto una bandiera ideologica, eppure le criticità sono tante”, ha affermato il segretario generale di Cgil Calabria Angelo Sposato durante gli attivi unitari con la Cgil Sicilia.

“Costo alto e impatto ambientale oneroso”

“Non c’è il progetto definitivo – ha aggiunto – né quello esecutivo, quindi, non sappiamo esattamente di cosa parliamo. Il costo è molto alto e potrebbe avere un impatto ambientale molto oneroso, sia per i cittadini che per l’ambiente. Non dimentichiamo che gli espropri sarebbero tanti e che c’è l’urgenza di monitorarli per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata e per mantenere la legalità. Il rischio è che si radono al suolo Messina e Villa Sangiovanni causando la disperazione dei cittadini”.

E ancora: “Gli esperti ci dicono poi che gli impatti negativi macroeconomici per il porto di Gioia Tauro potrebbero essere letali anche per la portualità dell’intero Paese. Per noi – ha detto Sposato – è un’opera inutile. Abbiamo situazioni storiche da definire sotto il piano infrastrutturale per la messa in sicurezza della mobilità e dei cittadini che da tempo sollecitiamo attraverso la Vertenza Calabria”.

“Il Mezzogiorno – ha aggiunto Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil – non ha bisogno di interventi spot, ma di opere strategiche unendo agli investimenti infrastrutturali quelli produttivi. Questo governo definanzia opere importanti in tutto il Mezzogiorno che creerebbero occupazione, anche contemplate nel Pnrr. Questa operazione del Ponte è solo uno spot”.

Le mosse della Cgil

La Cgil avvierà azioni congiunte con la società civile e le amministrazioni locali e prenderà parte alla manifestazione contro il ponte del 18 maggio a Villa San Giovanni. All’incontro hanno partecipato anche Sergio Genco, dipartimento Infrastrutture Cgil nazionale, il segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino, il segretario generale Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria Gregorio Pititto, il segretario generale Cgil Messina Pietro Patti.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI