Lo Stabile va in scena |nonostante la crisi - Live Sicilia

Lo Stabile va in scena |nonostante la crisi

Presentato tutto il cartellone dell'ente diretto da Giuseppe Dipasquale.

CATANIA – Programmare nonostante la crisi. «Non abbiamo perso la fiducia nelle istituzioni, ma chiediamo che esse si assumano le proprie responsabilità. Non intendiamo infatti abdicare al ruolo artistico, culturale e civile che il Teatro Stabile etneo ricopre da oltre cinquant’anni nel panorama nazionale», sottolinea il presidente Nino Milazzo, all’atto di presentare insieme al Consiglio di Amministrazione la nuova stagione 2014-2015, la settima impaginata dal direttore Giuseppe Dipasquale.

Per mantenere l’offerta all’altezza della propria storia e del proprio prestigio, l’istituzione affronta da tempo virtuosamente grossi sacrifici, che solo una passione condivisa consente di sopportare. «Come ci insegna Goethe, niente e nessuno potrebbe sottrarre Wilhelm Meister alla sua vocazione teatrale»: Giuseppe Dipasquale paragona questi giorni difficili alle traversie del personaggio goethiano e dei suoi compagni di avventura. «Forse i teatranti siamo destinati a vivere sempre male, ma non ci arrenderemo mai. Con enormi sforzi sopravvivremo anche all’attuale e drammatica congiuntura, che tutto involge e coinvolge. Ce la faremo. Perché il teatro non è mai autoreferenziale, mai asfittico, la sua quarta parete è il pubblico. È l’osmosi con la platea a perpetuare la vitalità del palcoscenico. Laddove c’è uno spettatore, là c’è il teatro. Ed al pubblico di ogni età e condizione è dedicata la nuova stagione 2014-2015: articolata, eterogenea, aperta alle diverse scelte di ognuno, in base alla disponibilità e agli interessi individuali, sociali, generazionali».

Si delinea così una programmazione ricca di titoli e artisti prestigiosi, a costi invariati e sostenibili, con duttili e modulate proposte di abbonamento, elaborate sulla scorta della crescita dello sbigliettamento, segnale tangibile della presenza di quel pubblico che si fa tutt’uno con il rito teatrale.

IL CARTELLONE AL TEATRO VERGA

Per la seconda stagione consecutiva lo Stabile programma due cartelloni – diversi e complementari – che si svolgeranno nelle storiche sale del Teatro Verga e del Teatro Musco. Cominciamo dal palcoscenico di via Fava, che ospiterà tre produzioni del TSC, due coproduzioni e otto spettacoli ospiti.

Le produzioni

Titolo inaugurale è il nuovo allestimento di un classico come Il giardino dei ciliegi, con la regia di Giuseppe Dipasquale e un cast di vaglia che schiera Magda Mercatali, Pippo Pattavina, Guia Jelo, Gian Paolo Poddighe, Marcello Perracchio, Alessandra Costanzo, Angelo Tosto, Matilde Piana. L’ultimo capolavoro di Anton Čechov è un documento sulla velocità con la quale le nostre “culture”, da quella di classe, filosofica e artistica, a quella pragmatica, si perdono nella Storia. Quasi un’ossessione per il regista Dipasquale, che continua la sua riflessione sui modelli di società, iniziata due stagioni fa con “Erano tutti miei figli” di Arthur Miller, ormai al terzo anno di tournée. Dal melo infranto del “giardino” milleriano ai ciliegi abbattuti di Čechov, il passo è breve e conduce verso quell’allegoria che appare tinteggiata di rosa dagli alberi in fiore e dall’irrequieta femminilità di Ljuba (al Teatro Verga, dal 21 novembre al 7 dicembre).

Dopo il successo della scorsa stagione ritorna Foemina ridens, tragicomica analisi sul rapporto uomo-donna, elaborata con ironia e poesia da un giornalista, scrittore e drammaturgo di rara intelligenza e pari coraggio come Giuseppe Fava, che fu legato allo Stabile etneo da un rapporto felice e profondo; la regia è di Giovanni Anfuso, con Guia Jelo, Miko Magistro.

Terza produzione in cantiere, Socrate di Vincenzo Cerami, regia Ezio Donato, con Pippo Pattavina, intento a riproporre le due contrapposte immagini che la letteratura antica rilascia del maggiore filosofo di tutti i tempi: quella virtuosa e rigorosa descritta da Platone, e quella assai meno lusinghiera di imbonitore disegnata da Aristofane. Cerami, e tutti noi, parteggiamo per la prima.

 Le coproduzioni

Narra in toni autoironici dei conflitti di classe e degli ancor più conflittuali passaggi dall’una all’altra: è Good people di David Lindsay-Abaire, proposta per la prima volta in Italia nella recentissima traduzione di Roberto Andò e Marco Perisse, per la regia dello stesso Andò. Protagonisti sono Michela Cescon (premiata per “Leonilde”, ancora una produzione TSC) e Luca Lazzareschi. I due interpreti sono affiancati da Loredana Solfizi, Roberta Sferzi, Nicola Nocella, Esther Elisha (produzione Teatro Stabile di Catania e Zachar Produzioni).

Novità assoluta, ancora in fase di scrittura, è Clitemnestra, testo e regia di Vincenzo Pirrotta, che ipotizza il risveglio della sfortunata regina di Micene, improvvisamente catapultata nel terzo millennio. Nel ruolo del titolo un’altra primadonna, Anna Bonaiuto (produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo, Teatro Stabile di Catania).

 Le produzioni ospiti

Di prima scelta gli spettacoli degli altri Stabili e delle più importanti compagnie. Li riassumiamo in un rapido elenco, rimandando alle singole schede contenute in questo dossier.

Si deve all’acuminata penna di Oscar Wild quella che è stata definita la più bella commedia di tutti i tempi, L’importanza di chiamarsi Ernesto, proposta nella traduzione di Masolino D’Amico con la regia Geppy Gleijeses, protagonista insieme a Marianella Bargilli e Lucia Poli (produzione Teatro Quirino). Leo Gullotta è il mattatore di Prima del silenzio di Giuseppe Patroni Griffi, elogio e “delirio” della parola, per la regia di Fabio Grossi. L’attore catanese sarà affiancato da Eugenio Franceschini e dalle “apparizioni” di Paola Gassman, Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano (produzione Teatro Eliseo).

L’ispettore generale di Nikolaj Vasil’evic Gogol’ verrà rivisitato nell’adattamento e regia firmati da Damiano Michieletto (produzione Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile dell’Umbria). Sulla tragedia degli sbarchi clandestini si snoda la denuncia di Finis Terrae – Lampedusa di Gianni Clementi, da un’idea di Antonio Calenda, che firma anche la regia; interpreti principali Paolo Triestino, Nicola Pistoia (produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato).

Un titolo e un interprete che non hanno bisogno di presentazioni: Franco Branciaroli dirige e interpreta Enrico IV di Luigi Pirandello (produzione CTB Teatro Stabile di Brescia, Teatro de Gli Incamminati). Per la prima volta a Catania uno spettacolo firmato Peter Stein: Il ritorno a casa, stigmatizzazione di crudeltà famigliari e guerra dei sessi, firmata Harold Pinter; interpreti principali Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Elia Schilton (produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Spoleto56 Festival dei 2Mondi).

Aspettando Godot di Samuel Beckett, il più celebre esempio di teatro dell’assurdo, approda nella traduzione di Carlo Fruttero e la regia di Patrice Kerbrat, che dirige il quartetto formato da Antonio Salines, Virginio Gazzolo, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera (produzione Teatro Carcano di Milano). Last but not least un omaggio alla letteratura etnea con il capolavoro brancatiano Il bell’Antonio, nell’adattamento teatrale curato dalla figlia Antonia Brancati e Simona Celi; Giancarlo Sepe è il regista, in scena Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti (produzione Lux Teatro).

IL CARTELLONE DEL MUSCO: “L’ISOLA DEL TEATRO”

Seconda stagione per “L’isola del teatro”, il cartellone proposto al Musco, la sala di via Umberto, fin dal 1958 culla di quell’Ente Teatro di Sicilia poi Teatro Stabile di Catania. Il lungimirante progetto artistico, abbinato all’accurato restyling, fa sì che il Musco riviva nuovamente come fabbrica operosa del teatro e della cultura in cui insediare una compagnia stabile, ma anche accogliere in residence altre realtà.

 Le produzioni

Numerose le produzioni del TSC, a partire dalle novità assolute firmate da tre giornalisti e drammaturghi siciliani. P.C. Storia fantastica di un falsario è il titolo provvisorio della pièce che Filippo Arriva dedica alla figura del geniale Paolo Ciulla, che con le sue perfette banconote ingannò perfino gli esperti della Banca d’Italia. “Per Paolo Ciulla – spiega l’autore – il falso, il doppio perfetto, non è inganno, ma capacità di andare, attraverso la molteplicità infinita, verso l’essenza della verità concedendo alla copia una vita, una genesi che altri vorrebbero negargli”.

La volata di Calò è la trasposizione scenica che Gaetano Savatteri, romano di nascita ma siciliano per origini e vocazione, ha tratto dal proprio romanzo, dedicato ad un’altra leggendaria personalità isolana, l’imprenditore Calogero Montante, creatore dell’omonima marca di biciclette, utilizzata dall’Arma dei Carabinieri come dai campioni del ciclismo.

L’indecenza è la riduzione del più bel romanzo di Elvira Seminara, curata da Rosario Castelli. Un uomo, una donna, una colf ucraina. Poi una casa e un giardino lussureggiante e feroce. Nasce così, dal legame ambiguo e trascinante di questi cinque “personaggi”, un testo originale e visionario, definito da qualcuno un tropical-gothic. Il regista Gianpiero Borgia dirige un cast che annovera David Coco, Valeria Contadino, Elena Cotugno.

L’elenco delle produzioni del TSC prevede un’altra terna di titoli. Il compleanno di Pinter è uno dei capisaldi è affidato alla regia Fulvio D’Angelo, La Centona di Nino Martoglio alla rielaborazione di Nellina Laganà e alla regia di Gianni Scuto, con la stessa Laganà recitano Vitalba Andrea, Carlo Ferreri, Raniela Ragonese, Giovanni Santangelo, Riccardo Maria Tarci, Aldo Toscano. Da un racconto di Rainer Maria Rilke, il regista e drammaturgo Gioacchinio Palumbo ha infine tratto il suo Nastienka e il Cantore, che verrà rappresentato con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Juri Camisasca.

Spettacoli ospiti

I soprusi cui è sottoposta la donna nel Terzo Mondo è il fil rouge di La città di plastica – nel giardino dei sogni, scritto a quattro mani da Silvia Resta e Francesco Zarzana. La regista Norma Martelli conduce l’attrice Claudia Campagnola in tre monologhi nei quali rivivono la studentessa uccisa in Iran, una sposa bambina e una giovane operaia morta per le esalazioni in una serra (produzione Compagnia della Luna).

Quando muore un amore, quando una storia è senza ritorno, non si dialoga più e subentra un nevrotico monologare: lo racconta Clôture de l’amour, testo e regia di Pascal Rambert, con Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi (produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione).

Un omaggio al pensiero e alla poetica di Giovanni Testori, rivivendo l’inferno della solitudine e il “paradiso della Duità”: questo vuol essere lo spettacolo Passione, tratto dal romanzo Passio Laetitiae et Felicitatis. Al progetto di Daniela Nicosia danno vita sulla scena Maddalena Crippa e il fratello Giovanni (produzione Tib Teatro),

Dirompenza del linguaggio che si fa tortura quotidiana in un rapporto madre-figlia, scardinato dall’avvento di un terzo, guarda caso uno scrittore: parliamo di Alla meta di Thomas Bernhard, regia di Walter Pagliaro, mattatrice Micaela Esdra (produzione Associazione Gianni Santuccio).

Una storia di solitudini e personalità che vivono ai margini, con imprevisto riscatto finale, al limite dell’onirico: è il nucleo narrativo di Crollasse il mondo, novità assoluta di Alessandra Mortelliti, regia di Massimiliano Farau, con la Mortelliti e David Coco (produzione 15 Lune).

Brillantissima ma agrodolce la commedia di un playboy che vorrebbe mettere la testa a posto, a patto di risolvere i rapporti con una o più Some girl(s); la pièce di Neil LaBute è messa in scena dal regista Marcello Cotugno; nel cast Martina Galletta, Bianca Nappi, Gabriele Russo, Roberta Spagnuolo, Guia Zapponi (produzione Teatro Bellini di Napoli)

In un assolo, da lui stesso adattato, diretto e interpretato, Fausto Russo Alessi rilegge il teatro di Eduardo, ripercorrendo la solitudine e l’incomunicabilità tra i famigliari che segnano Natale in casa Cupiello (produzione Piccolo Teatro di Milano).

Dal romanzo di Welsh al film di Boyle, approda sulla scena Trainspotting per affrontare un argomento sensibile e complesso come quello che investe i giovani e la droga; la regia è di Gianpaolo Romania.

IL PREMIO DI DRAMMATURGIA “MARIO GIUSTI”

Istituito da poche settimane, nella serata in onore di Mario Giusti, il premio di drammaturgia a lui dedicato, ha già una prestigiosa giuria formata da Roberto Andò, Fernando Gioviale, Nino Milazzo, Sergio Sciacca, Tino Vittorio. Saranno giovani under 35 a competere per aggiudicarsi la competizione intitolata allo storico direttore del Teatro Stabile di Catania.

 TOURNÉE

I maggiori teatri italiani ospiteranno le pluripremiate produzioni del TSC. I quattro spettacoli che andranno in tour, preceduti dall’apprezzamento della stampa nazionale, sono: Otello, testo e regia di Luigi Lo Cascio, con Vincenzo Pirrotta, Luigi Lo Cascio, Valentina Cenni, Giovanni Calcagno; Erano tutti miei figli di Arthur Miller, regia Giuseppe Dipasquale, con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Ruben Rigillo, Silvia Siravo, Filippo Brazzaventre, Barbara Gallo, Annalisa Canfora, Enzo Gambino, Giorgio Musumeci; Se’ nùmmari di Salvatore Rizzo, regia Vincenzo Pirrotta, con Filippo Luna e Valeria Contadino; Vento di tramontana di Carmelo Sardo, adattamento Gaetano Savatteri, regia Federico Magnano di San Lio, con Mimmo Mignemi, David Coco, Mario Incudine, Luca Iacono, Marina La Placa.

 

 


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