Lo Voi lascia Palermo: i nomi in ballo per la Procura

Lo Voi lascia Palermo: i nomi in ballo per la Procura

Il capo dei pm palermitani va a Roma. La partita per la successione è aperta

PALERMO – Francesco Lo Voi è il nuovo procuratore di Roma. La sua nomina libera il posto di capo dell’ufficio inquirente di Palermo. La partita è aperta.

Lo Voi lascia la procura palermitana in anticipo di un anno rispetto alla scadenza naturale. Vi era arrivato nel 2014. Aveva trovato un ufficio lacerato al suo interno. Erano gli anni della presenza massiccia dei pm in Tv, delle interviste e delle ospitate nei congressi di partito. Gli anni dell’inchiesta prima e del processo poi sulla trattativa Stato-mafia. Gli anni del procuratore di Francesco Messineo e del suo aggiunto Antonio Ingroia.

Lo Voi arrivò con la missione di “normalizzare” l’ufficio. Oggi è stato nominato con una maggioranza nettissima: 19 voti a favore, tre astenuti e due preferenze per Marcello Viola. Quest’ultimo è stato votato dai consiglieri Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita.

Rapporto complicato quello fra Lo Voi e il “padre” del processo sulla Trattativa. Ma che conferma il profilo assunto in questi anni dall’ormai ex capo dei pm di Palermo. Nel 2017 Lo scontro tra Lo Voi e DI Matteo sembrava destinato a divenire palese, uscendo dalle stanze della magistratura.

Di Matteo, subito dopo avere ottenuto il trasferimento alla Direzione nazionale antimafia, spiegò che la sua scelta era dettata dall’impossibilità di seguire i processi delicati perché oberato di fascicoli minori. Lo Voi, ancora una volta, scelse di restare defilato ma inviò una lettera a tutti i pm dell’ufficio, in cui diceva che non esistevano né fascicoli, né magistrati di serie A o serie B. In quella e-mail il nome di DI Matteo non veniva citato, ma era chiaro il riferimento al pm della Trattativa.

In questi anni le indagini della Procura, sotto la guida di Lo Voi, hanno bloccato sul nascere la nuova cupola di Cosa Nostra, con un blitz del 2018, e hanno guardato alla corruzione come da tempo non si faceva a Palermo. “Troppi corrotti in circolazione”, disse Lo Voi all’inaugurazione di un anno giudiziario.

Ora anche la sua gestione va in soffitta (ufficialmente deve ancora insediarsi a Roma) e si pensa già al domani. Un domani su cui pesa anche la partenza di Salvatore De Luca che finora ha coordinato le indagini sulla mafia di Palermo e che andrà a guidare la Procura di Caltanissetta. Due pezzi importanti dell’ufficio del pubblico ministero vanno via. Innanzitutto Lo Voi sceglierà un vicario a cui affidare la reggenza fra i suoi aggiunti: Ennio Petrigni, Laura Vaccaro, Paolo Guido, Marzia Sabella, Sergio Demontis e Annamaria Picozzi.

Quindi si aprirà la corsa per la successione. Di nomi autorevoli in lizza prestissimo ce ne saranno tanti. A Palermo potrebbe tornare Maurizio de Lucia, oggi procuratore a Messina, che a Palermo ha già lavorato e che è stato anche alla Direzione nazionale antimafia. Nella città dello Stretto ha coordinato inchieste importanti, specie sulla corruzione. Una sfilza di provvedimenti.

In lizza potrebbe esserci anche Michele Prestipino, che ha dovuto lasciare il posto alla guida della Procura di Roma, di cui è stato reggente prima e procuratore dopo. I ricorsi di Lo Voi, e non solo, hanno però rimescolato le carte. Anche Prestipino è stato a Palermo, dove guidò le indagini sulla cattura di Bernardo Provenzano.

Così come potrebbe ambire alla procura del capoluogo siciliano anche Marcello Viola, attualmente procuratore generale a Firenze e in passato capo dei pm di Trapani. La sua corsa a Roma è stata azzoppata dall’inchiesta su Luca Palamara. Viola era il grande favorito ma fu “vittima”, senza avere alcuna colpa, delle trame di palazzo.

ll Csm aveva avanzato al plenum la proposta di Viola che aveva ottenuto la maggioranza. Nell’attesa saltarono fuori le conversazioni di Palamara, indagato a Perugia. “Su Roma si vira su Marcello Viola”, diceva Luca Lotti, parlamentare democratico ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ne discuteva con il collega dem Cosimo Ferri e lo stesso Palamara.

Dicevano che “l’unico che non è ricattabile è Viola Marcello”. Viola che era all’oscuro di ogni trama e non è mai stato intercettato. Il Csm però azzerò tutto.

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