Lombardo e l'appalto della Sac |I Giudici dichiarano la prescrizione - Live Sicilia

Lombardo e l’appalto della Sac |I Giudici dichiarano la prescrizione

Il processo si è svolto davanti alla Terza sezione penale del Tribunale di Catania. I PARTICOLARI

il colpo di scena
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CATANIA – Per i giudici della Terza sezione penale del Tribunale di Catania il reato di abuso di ufficio nei confronti di Raffaele Lombardo è prescritto. Si chiude così il processo che ha visto alla sbarra l’ex governatore siciliano e i componenti del consiglio di amministrazione della Sac per l’affidamento nel 2007 alla Pubbliservizi dell’appalto di pulizie dell’aerostazione. Nel dispositivo dei giudici scrivono che non si procedere nei confronti degli imputati “per intervenuta prescrizione”.

LA RICOSTRUZIONE DELL’ACCUSA. L’appalto per le pulizie all’aeroporto di Catania affidato nel 2007 alla Pubbliservizi avrebbe portato un ingiusto vantaggio alla stessa azienda che ottenne l’appalto (senza gara) per un importo previsto di 630 mila euro (superiore al limite di legge stabilito in 422 mila euro) e questo di fatto – secondo il pm Angelo Busacca –  impedendo alle imprese concorrenti di partecipare. Questi sono i capisaldi dell’accusa per il reato di abuso di ufficio nei confronti di Raffaele Lombardo, all’epoca Presidente della Provincia Regionale di Catania, per cui la Procura aveva chiesto una condanna a due anni e sei mesi di reclusione. Alla terza sezione penale presieduta da Maria Pia Urso il pm aveva chiesto la condanna a due anni per l’allora presidente della Sac, Stefano Maria Ridolfo, un anno e quattro mesi ciascuno per i componenti dell’allora Consiglio di amministrazione della Sac: Michele Sineri, Alfio D’Urso, Sebastiano Paladino e Giuseppe Gitto. Un anno e quattro mesi, era la richiesta di condanna per il direttore generale della Pubbliservizi, Giacomo Di Blasi.

Per Angelo Busacca è stato l’ex governatore Lombardo, all’epoca dei fatti presidente della Provincia e in quanto tale componente del Cda della Sac, il “dominus con posizione apicale” che aveva “come chiaro interesse politico quello di garantire i livelli occupazionali di Pubbliservizi”. La posizione degli altri imputati sarebbe stata meno rilevante nell’operazione ma secondo il Pm si “sarebbero comunque prestati”.  Secondo l’accusa il servizio sarebbe stato affidato, infatti, violando la legge che imponeva “la procedura della gara aperta ristretta o negoziata ovvero mediante dialogo competitivo”. I componenti del Cda avrebbero affidato con una delibera del 7 maggio 2007 l’appalto alla Pubbliservizi, azienda partecipata della Provincia, tramite la cosiddetta procedura ‘in house’. L’assegnazione è stata inoltre contestata successivamente dalla stessa Sac e dal Tar di Catania.

DIFESA. “Mi avrebbero dovuto premiare” era stato il commento a caldo da parte di Raffaele Lombardo dopo la richiesta di condanna del pm. L’ex governatore, nel corso dell’udienza di ieri, ha scelto di rilasciare dichiarazioni spontanee ai giudici, ai quali ha detto di “non ritenere sia stato commesso un reato” e ricostruito i passaggi che hanno portato all’affidamento, fornendo anche documenti, che sono stati acquisiti dalla corte. Lombardo ha parlato di un “affidamento provvisorio servito solo alla Sac e ai lavoratori sol perché le ore dei lavoratori sono state portate da 30 a 36. Questa differenza di stipendio andava alla Colocop, che ci guadagnava parecchio”. “Invece la Pubbliservizi, per far lavorare bene i lavoratori – ha aggiunto – gli ha aumentato l’orario e lo stipendio e non ha guadagnato né un euro né ha fatto un’assunzione in più. Quindi questo danno agli altri e questo vantaggio alla Pubbliservizi non c’è”.


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