"Lombardo si dimetta| Io al suo posto lo farei" - Live Sicilia

“Lombardo si dimetta| Io al suo posto lo farei”

ROSARIO CROCETTA (PD)
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La vicenda giudiziaria che coinvolge il governatore siciliano, Raffaele Lombardo, scuote la politica siciliana e in particolare il Pd. I democratici hanno convocato per lunedì la direzione regionale, ma già il partito si divide fra chi chiede le immediate dimissioni del presidente della Regione e chi, invece, vuole aspettare. “Lombardo dovrebbe dimettersi subito, io al suo posto lo farei”, dice Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, eurodeputato del Pd e simbolo dell’antimafia. “Non condanno nessuno, ma non si può paralizzare la Regione”.

Onorevole, secondo lei Lombardo dovrebbe dimettersi?
“Io ho sempre cercato, in questi mesi, di evitare le divisioni nel partito, le rotture. E’ contro il mio stile e la mia logica. Ho sempre pensato che le battaglie politiche si debbano fare uniti, questo scontro che c’è stato fra fazioni nel partito sinceramente non mi piace e continua a non piacermi. Prendo atto però che il Pd ha costretto Lombardo a dichiarare che in caso di imputazione si dimetterebbe, anche se al suo posto io lascerei immediatamente. L’imputaizone coatta non è certo una cosa da niente e mi preoccupa il tempo che ci vorrà prima che la vicenda arrivi al gup. E nel frattempo? La Regione e la politica saranno bloccate da questa polemica. Se Lombardo ama la Sicilia, ci faccia una cortesia: si difenda da privato cittadino e non coinvolga le istituzioni paralizzando una Regione già al collasso”.

Lumia, però, non sembra pensarla allo stesso modo…
“L’onorevole Lumia è convinto che i tempi necessari perché la vicenda si chiarisca saranno brevi. Io invece temo che la cosa si dilunghi e finisca col paralizzare la Regione. Bisogna approvare il Bilancio e poi andare tutti a casa. Parlo del Bilancio per responsabilità, visto che la situazione dei conti è terribile. Però voglio chiarire una cosa: a Lombardo auguro tutto il bene possibile, d’altronde non ho mai augurato il male a nessuno. Si esprimano i magistrati, ma la politica ha il dovere di salvaguardare se stessa e le istituzioni con tutto il rispetto dovuto alle vicende giudiziarie del governatore. Lombardo lasci subito, con molta discrezione persino. In questo momento l’Italia ci rimprovera una situazione anomala e non possiamo reggerla. Io, al suo posto, mi sarei dimesso. Qualcuno potrebbe prendere ad esempio la sentenza Mannino, ma la politica deve fare altro: se Lombardo è innocente si difenderà in tribunale, nel frattempo però salvaguardiamo le istituzioni. Ho visto anche il comunciato di Ferrandelli: direi che è in sintonia con quello che dico io”.

Ieri è stata annullata la visita del ministro Fornero. Pensa che sulla scelta del ministro possa aver influito la vicenda giudiziaria del governatore?
“C’è sicuramente qualche problema per le istituzioni. Con Cuffaro si apettò la condanna, anche se c’era in corso un’indagine che avrebbe posto dei problemi a chunque. Ero sindaco di Gela quando fu rinviato a giudizio, nel frattempo c’erano degli incontri ufficiali tra me e lui che andavano fatti e posso dire, in tutta sincertà, che non si sta bene. In un Paese democratico, la vicenda sarebbe stata risolta in 15 giorni, qui sono passati due anni. Lombardo prima è accusato, poi è prosciolto, poi c’è l’imputazione coatta, poi le accuse non ci sono mentre per altri ci sono gli elementi: tutto questo costringe la politica a discutere di fatti giudiziari. Bisogna restituire serenità alla politica. A quelli del centrodestra, che invocano le dimissioni di Lombardo, mi viene da chiedere perché hanno votato a favore di Saverio Romano in Parlamento. Così come chiedo al Pd perché siano state chieste le dimissioni di Romano e non quelle di Lombardo”.

Il Pd cosa dovrebbe fare?
“Anziché litigare, assuma una posizione valutando senza faziosità. Quando cominciò l’opposizione costruttiva il governatore non era nemmeno indagato, poi si è andati oltre con il governo tecnico. Secondo me bisognava solo votare gli atti responsabili, ma è stata una linea apolitica, non c’era alcuna malafede. Ma adesso questa vicenda attiene alla morale e all’etica pubblica. Ripeto, non sta a me dire se Lombardo è innocente o colpevole, non tocca a noi politici giudicare, non l’ho fatto nemmeno con Cuffaro, ho aspettato la sentenza. E lo si fa per tutti, perché ci sono dei diritti che vanno rispettati, la Costituzione ci dice che fino al terzo grado di giudizio tutti sono innocenti. Ma qui c’è l’imbarazzo di una Regione che si trova in una situazione paradossale, anche perché non c’è un presidente che non viene indagato per mafia. La politica siciliana deve interrogarsi su questo, con meno ipocrisia. Abbiamo bisogno di una rivoluzione liberal-democratica in cui la politica non condanni, ma in cui chi viene rinviato a giudizio non è candidabile. Al Parlamento europeo stiamo discutendo di come intervenire anche su questo. Però qui bisogna fare attenzione: i cittadini non capiscono le sottigliezze, le piccole differenze giuridiche e tecniche sull’imputazione coatta. Lombardo dovrebbe dimettersi anche per non danneggiare chi l’ha sostenuto, è un atto dovuto”.


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