"Lombardo si dimetta|La Regione sia parte civile" - Live Sicilia

“Lombardo si dimetta|La Regione sia parte civile”

Addiopizzo, l'intervista
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Non è opportuno che un soggetto alla guida della Regione su cui si indaga per fatti gravi come quelli che gli vengono addebitati resti al suo posto. È chiaro: Lombardo si deve dimettere”. Valerio D’Antoni non è solo un componente del direttivo di Addiopizzo: è anche, di fatto, l’uomo degli affari legali dell’associazione antiracket palermitana, una delle anime giuridiche del movimento che ha guidato la rivolta dei commercianti del capoluogo contro le estorsioni. In questi giorni, D’Antoni e gli altri stanno battendo il territorio di Brancaccio per spingere altri imprenditori a ribellarsi. Ma intanto la cronaca chiama.

Qualcuno ha annotato come non vi siate costituiti parte civile nel processo contro Raffaele Lombardo, a differenza di quanto avete fatto con Antinoro.
“Dal punto di vista processuale la posizione di Lombardo è diversa: non essendogli stata contestata l’aggravante mafiosa abbiamo quella che si definisce tecnicamente una ‘carenza di legittimazione formale’. Il nostro statuto prevede l’obbligo e la possibilità di costituirci parte civile nei processi che riguardano estorsioni e, estendendo in qualche modo questo principio, in quelli che hanno a che fare con la mafia. Il giudice, insomma, non ci ammetterebbe fra le parti civili”.

Di fatto, stando alla sentenza di primo grado, anche la vicenda Antinoro non ha più l’aggravante mafiosa.
“E infatti, in sede di giudizio, non ci è stato concesso il risarcimento. La derubricazione del reato, di fatto, ci ha estromessi. E poi c’è un problema di ‘legittimazione sostanziale’”.

Cioè?
“Antinoro operava nel territorio palermitano, mentre i fatti contestati a Lombardo si sono svolti a Catania, dove noi non abbiamo agito direttamente. Quindi non siamo legittimati”.

C’è sempre Addiopizzo Catania.
“Sì, ma resta il problema della legittimazione formale”.

Restiamo al processo. La derubricazione del reato cambia qualcosa?
“No, nella maniera più assoluta. La compravendita di voti, indipendentemente dal fatto che si possa provare la consapevolezza di avere a che fare con mafiosi, è assolutamente un fatto gravissimo. Un fatto che deve obbligare chi rappresenta pubblici poteri a fare un passo indietro. Piuttosto, a proposito di parti civili, mi chiedo una cosa”.

Quale?
“Nel processo Antinoro la Regione si è costituita parte civile e ha ottenuto un risarcimento di 30 mila euro. Ha fatto bene: la compravendita di voti incide sul diritto di esercizio della sovranità popolare. Perché non ha fatto lo stesso nel processo Lombardo?”.


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