L’accusa regge anche in appello. Confermati cinque ergastoli per l’omicidio di Nicola Ingarao. Carcera a vita per Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Andrea Adamo, Francesco Paolo Di Piazza e Vito Mario Palazzolo.
Il reggente del mandamento di Porta Nuova fu assassinato il 13 giugno del 2007 da un commando di killer all’uscita dal commissariato dove, come ogni giorno, era andato per adempiere all’obbligo di firma. Per il delitto sono stati processati separatamente anche i pentiti Gaspare Pulizzi e Andrea Bonaccorso. Sono stati loro a raccontare movente e dinamiche dell’omicidio. Pulizzi e Bonaccorso lo affiancarono in moto e fecero fuoco. La vittima tentò la fuga, ma gli spararono il colpo di grazia alla nuca. La morte del boss sarebbe stata decisa qualche mese prima dai Lo Piccolo per dare una lezione a Nino Rotolo, boss di Pagliarelli, di cui Ingarao era fedele alleato.
“Dovevamo intervenire in macchina e poi sparare con i fucili a pompa o dei kalashnikov – raccontò Bonaccorso ai magistrati -. Doveva essere una lezione in grande stile. Poi, considerata anche la zona, i Lo Piccolo preferirono le moto e le pistole”. Bonaccorso riferì anche dei “festeggiamenti” dopo l’omicidio. “Ci siamo visti a casa di Di Piazza dove abbiamo posato le armi – disse -. Eravamo tutti molto contenti. C’erano anche Sandro Lo Piccolo, Vito Palazzolo, Andrea Adamo. Ci siamo abbracciati e complimentati a vicenda perché era andato tutto bene. In particolare Adamo era felice di come mi ero comportato, perché avevo avuto sangue freddo. Per me era la prima volta”.