L'omicidio di Simona e un "esperimento": la richiesta della difesa

L’omicidio di Simona e un “esperimento”: la richiesta della difesa

Per i legali dell'ex fidanzato una "dinamica inverosimile"
IL CORPO MAI TROVATO
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CALTAGIRONE (CATANIA) – Un esperimento giudiziario all’americana. Trasferire tutti, giudici e avvocati compresi, sulla cima che sovrasta Caltagirone, il cosiddetto monte San Giorgio, dove il corpo della povera Simona Floridia sarebbe stato fatto sparire quasi trentadue anni fa. Questo allo scopo di verificare la dinamica ricostruita dall’accusa. Lo ha chiesto in appello l’avvocato di Andrea Bellia, il calatino condannato a 21 anni per il delitto. E il pg non si è opposto.

Fra poco più di una settimana, il 29 aprile, i giudici scioglieranno le riserve. Secondo la ricostruzione accusatoria, Bellia sarebbe salito sul monte con un “Piaggio Si” o con un “Vespone”. Una tesi bollata come inverosimile da sempre dalla difesa, eppure uno dei punti centrali dell’accusa, che si basa sulla ricostruzione di un ex amico di Bellia.

L’omicidio

Secondo la difesa, secondo l’avvocato Pilar Castiglia, questo sarebbe letteralmente impossibile. Perché salire sul monte San Giorgio sarebbe impossibile oggi, che la strada è in qualche modo migliorata, figurarsi nei primi anni Novanta. Ma è tema da discutere in aula, prima, poi forse direttamente in loco.

Simona sparì nel nulla il 16 settembre 1992. Per la sentenza di primo grado sarebbe stato ucciso da Bellia, condannato per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili. Lui però si è sempre professato innocente. I giudici di primo grado hanno accolto la tesi emersa dall’inchiesta coordinata dalle Pm della Procura di Caltagirone Natalia Carrozzo e Samuela Lo Martire, dichiarandolo responsabile del reato.

Il presunto movente

La difesa ha dunque chiesto di riaprire l’istruttoria, per dimostrare l’innocenza dell’imputato. L’accusa sostiene che Simona sia stata uccisa perché aveva scoperto un tradimento di Bellia. Giovanissimo anch’egli, sarebbe stato con la fidanzata di un suo amico.

Avrebbe ucciso Simona perché non rivelasse quel segreto, facendo poi sparire il suo corpo, che non è mai stato rinvenuto. Ipotesi che l’imputato, sempre presente in aula al processo, ha seccamente respinto. Tutto si basa sulla ricostruzione di un testimone.

L’altra richiesta: una trascrizione dalla tv

La difesa ha anche chiesto di acquisire la trascrizione di una puntata delle Iene, che si sono occupate dell’omicidio in una puntata di alcuni mesi fa. Puntata in cui sarebbe stato intervistato proprio il testimone e da cui emergerebbero presunte, ulteriori, incongruenze.

Ma dovranno decidere i giudici, come detto, il 29 aprile. I resti di Simona Floridia, va ricordato, non sono mai stati trovati.


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