CATANIA – “Chiedo la conferma della sentenza di primo grado”. Ha concluso così la sua requisitoria la Procura generale di Catania al processo d’appello per l’omicidio di Ylenia Bonavera. Ventiquattrenne di Messina, fu accoltellata a morte il 10 dicembre del 2020 in via della Concordia a Catania. L’imputata, condannata in primo grado a 18 anni con rito abbreviato, è la trentaseienne Daniela Agata Nicotra.
Il delitto
Ylenia, accompagnata al Pronto Soccorso del Garibaldi Centro, è poi deceduta in ospedale a causa della ferita riportata. Il processo si celebra dinanzi alla Corte, presieduta da Elisabetta Messina. Nella giornata di ieri vi è stata la conclusione dei legali di parte civile, gli avvocati Vittoria Santoro e Rosi Spitale e prossima udienza fissata per il prossimo 23 ottobre nella quale è prevista l’arringa del difensore della Nicotra, il penalista Giuseppe Lipera.
Il processo d’appello
In aula, si ricorda, il processo è passato attraverso la rinnovazione dell’istruttoria. Oggetto è stata l’audizione del perito del gup e del consulente della difesa. E la capacità dell’imputata di partecipare coscientemente a giudizio, anche in relazione alla sua personalità. La giovane, che si costituì alla Squadra mobile, ha sempre parlato di legittima difesa. Un punto, quest’ultimo, sul quale insiste la difesa della donna.
I periti
Il perito del gup, il professore Eugenio Aguglia, ha ritenuto l’imputata capace di partecipare al processo. La tesi del consulente della difesa, invece, è diversa. Il consulente della difesa, il professore Antonio Petralia, ha messo in evidenza come la donna sarebbe stata sottoposta a due tso, uno al Vittorio Emanuele e uno al Garibaldi. “Tutte queste circostanze”, a detta del professore Petralia “incidono sulla capacità di intendere e di volere dell’imputata al momento in cui è stato commesso il fatto”.