PALERMO – L’arcipelago di Los Roques è considerato da sempre uno dei vanti del Venezuela. Eppure la rotta aerea da e verso quel paradiso terrestre sembra essere maledetta. Un mistero irrisolto aleggia su quelle acque. Sono quattro i casi che hanno coinvolto aerei da turismo con a bordo cittadini italiani dal 1991 ad oggi. Appena pochi giorni fa, infatti, è scomparso il velivolo che trasportava, tra gli altri, Vittorio Missoni, figlio dello stilista Ottavio. Tra i passeggeri dei tanti aerei caduti in quel mare da sogno nessuno ha mai fatto ritorno, tranne una famiglia di palermitani. La famiglia ‘miracolata’ è quella di Vincenzo Conticello, noto imprenditore simbolo dell’anti-racket, titolare dell’Antica focacceria San Francesco di Palermo.
Era il 14 agosto 1991. Conticello in quel mare fatato ci è finito precipitando da 3.500 metri. E incredibilmente ce l’ha fatta. E’ tornato sano e salvo così come l’ex moglie e la figlioletta che allora aveva appena tre anni. Oggi, l’imprenditore è tornato a parlare di quella terribile esperienza.
“Non è un percorso maledetto, al contrario, è una tratta aerea paradisiaca in tutti i sensi. Sono totalmente contrario alla strumentalizzazione che ne è stata fatta – ha spiegato Conticello -. Il vero problema risiede nel fatto che le autorità venezuelane non applicano rigidi e accurati controlli sui voli privati. Questi piccoli aerei, infatti, viaggiano spesso con piloti non all’altezza e senza una accurata attenzione nell’applicazione delle regole. Il nostro aereo precipitò perchè rimasto senza benzina, i motori cessarono di funzionare dopo soli venti minuti di volo”.
Insieme alla famiglia Conticello, su quel velivolo era presente Roberto Marcano, un farmacista venezuelano. E’ stato proprio Marcano a mettere in salvo i compagni di volo. “A salvarci la vita sono state la lucidità e la fermezza di Roberto, un angelo che non finirò mai di ringraziare. Ha trovato i salvagenti e ce li ha fatti indossare – ha raccontato l’imprenditore – Pochi minuti dopo è avvenuto l’impatto e l’aereo si è spezzato in tre tronconi, noi eravamo sulle ali. Roberto è riuscito a tirare fuori un canottino e a tirarci su. Il peso di mia figlia, rimasta illesa, e l’impatto mi hanno sfondato milza e intestino. La mia ex moglie, che ha perso parte dell’udito, era ferita e vedeva gli squali girare attorno a noi. Sono venuti a prenderci dopo due ore e mezzo dei pescatori. Solo in quel momento sono riuscito a tirare un sospiro di sollievo”.
Nonostante l’incidente, Vincenzo Conticello, è tornato spesso a Los Roques. “Sì, ma da allora viaggio solo con aerei di compagnie di linea affidabili. Il piccolo aereo privato è suggestivo, comodo perché parte quando si vuole, ma l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di viaggiare in sicurezza. Dopo il trauma, oggi, volo più di prima e sono consapevole del fatto che un’esperienza così è difficile mi ricapiti”, ha concluso il titolare della focacceria San Francesco. Un trauma, quello di Conticello, che ha lasciato segni interiori ben più visibili dei danni fisici riportati e interpretabili tramite le sue parole.