PALERMO – In occasione del corteo studentesco nazionale, alcuni studenti degli istituti superiori palermitani sono tornati in piazza per fare sentire la loro voce. Guidato dal Collettivo autonomo studentesco “Fuori controllo”, il corteo è partito da piazza Verdi ed è giunto pacificamente fino a Palazzo delle Aquile, sede del Comune. Qui gli studenti hanno dato fuoco simbolicamente ai manichini di Bersani, Monti e Berlusconi. “La nostra intenzione – hanno detto – è quella di sfiduciare una classe dirigente da cui gli studenti non si sentono rappresentati”.
Dopo i cortei del 5 ottobre, del 16 e 24 novembre e il Blocchiamo tutto day del 6 dicembre, gli studenti sono tornati in strada per dimostrare che un’alternativa all’austerità sia possibile e non si “costruisca nel teatrino della politica, con le belle promesse da campagna elettorale, con la retorica dell’unità e della salvezza nazionale”.
In prossimità delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, il messaggio degli studenti è stato chiaro: “L’alternativa sta nella lotta non nei seggi elettorali”. “E’ questa la parola d’ordine che oggi a livello nazionale abbiamo sposato come Collettivo autonomo studentesco fuori controllo – ha detto Federico Guzzo – Vogliamo ribadire un concetto per noi fondamentale: quello di non andare a votare. Non vogliamo che la scuola sia asservita alla logica di profitto e di mercato dei governi”. “La nostra scuola non è un’azienda – ha concluso il rappresentante del Collettivo autonomo – Abbiamo intenzione di creare un’alternativa partendo dal basso”.
Dalla Riforma Fioroni passando per quella Gelmini, fino a giungere al ministro Profumo, gli studenti sono tornati in piazza per ribadire la loro volontà di ribellarsi ai tagli effettuati ai danni dell’istruzione pubblica. “Abbiamo portato in piazza la nostra voce in questi anni – ha affermato Bianca Giammanco, del Collettivo autonomo studentesco fuori controllo – l’abbiamo fatto anche in questo autunno. Ma le nostre rivendicazioni non si fermano in un arco di tempo ben delineato. Lo scenario politico nazionale è sempre lo stesso. Stanno tornando sempre gli stessi faccioni, Monti, Berlusconi e Bersani, con gli stessi slogan di sempre”. “Sentiamo la necessità – ha concluso – di ribadire il nostro punto di vista, che è quello di essere slegati dai partiti che hanno condotto alla distruzione totale della scuola”.