Luci spente e risposte mancate | Quartieri al buio, ecco perché - Live Sicilia

Luci spente e risposte mancate | Quartieri al buio, ecco perché

Il presidente di Amg Mario Butera

Il presidente di Amg Butera: "Sono qui per incidere. Altrimenti...". Il dialogo difficile col Comune

PALERMO – Quali sono, e dove, i punti luce inattivi a Palermo? E perché la città è al buio in molti dei suoi quartieri? Risponde Mario Butera, da agosto presidente di AMG, la società partecipata del Comune di Palermo nel settore dell’energia.

Innanzitutto, un primo paradosso: Butera fa presente che una mappa dei guasti c’è, ma “non è intelligibile” da chi non ha conoscenze prettamente tecniche. E proprio da qui parte la strategia di rinnovamento del neo presidente. “Manca la comunicazione verso l’esterno”, spiega, facendo un quadro generale di come avvengono la mappatura delle segnalazioni e i conseguenti interventi: “Le segnalazioni che arrivano al centro di controllo vanno direttamente all’unità operativa della pubblica illuminazione. Il tecnico prende in carico le segnalazioni e manda una squadra per le verifiche. Il problema è che queste vengono solo ricevute, senza dare risposta al cittadino”.

Sono tanti i palermitani che lamentano segnalazioni finite nel vuoto, e uno dei motivi sarebbe proprio il fatto che l’azienda, anche se le riceve, non lo comunica. “In realtà ci sono anche le segnalazioni che arrivano direttamente all’amministrazione – precisa Butera – da cittadini e consiglieri comunali. In questo caso è la pubblica illuminazione che deve dire a noi amministratori come e quando interverrà sul punto luce, e noi sì che diamo riscontro ai cittadini. Sto tentando di rendere centralizzato quest’ultimo sistema, ma se ne può parlare non prima dell’anno nuovo”.

Che siano inoltrate all’unità operativa o all’amministrazione, le segnalazioni di strade e isolati al buio sono tante. Ed ecco il secondo paradosso: “Ci sono 28 operai per tutta la città – rivela Butera – peraltro divisi in due turni, 18 la mattina e 10 la sera. Io vengo dal privato, dove se hai un’idea la realizzi, e qui sto facendo i conti con una realtà molto diversa. Ad esempio, il Comune blocca qualsiasi attività nell’ambito del personale, a partire proprio dalle nuove assunzioni”.

Palermo è al buio perché è lenta a reagire, e perché è ‘vecchia’. “Mi sono fatto raccontare la situazione della fascia costiera – dice il presidente di AMG – e ci sono problemi strutturali nel tratto dall’Arenella in poi, fino alla Marsa, perché lì l’impianto ormai è antico”. Cosa serve per rimodernarlo? “Ci sono i fondi FAS (Fondo per le aree sottoutilizzate, ora FSC, Fondo per lo sviluppo e la coesione, ndr), ma di contro i tempi di consegna sono sempre nell’ordine dell’anno. Se da un lato l’impianto attuale è vecchio, dall’altro lavorare all’impiantistica nuova ha ancora tempi molto lunghi”.

Gli impianti obsoleti sono solo uno degli ostacoli di AMG; alla lista si aggiungono – secondo Butera – un insoddisfacente contratto di servizio con il Comune, i tempi della manutenzione e, ultimi ma non ultimi, i punti luce spenti a macchia di leopardo su tutto il territorio di Palermo. Come in tutti i settori, anche il mercato dell’illuminazione pubblica sta cambiando, e per i fornitori trovare componenti di impianti d’altri tempi è sempre più difficile. “Su questo tema Palermo è parecchio indietro rispetto al resto d’Italia”, osserva Butera.

Per questo, nel mirino di Butera c’è il contratto di servizio: “Sto lavorando con il Comune per modificarlo, consentendo all’azienda di avere maggior libertà sugli impianti”. Ma quale potrebbe essere una valida alternativa? “In altre città si dà una concessione pluriennale, dai 12 anni in su, a una società che si impegna a rifare tutta l’illuminazione pubblica e alla fine restituisce gli impianti. Come guadagna? Col risparmio, dicendo all’ente ‘Dammi gli impianti e ti do il servizio. Al momento paghi 10 milioni? Per i prossimi X anni ti faccio risparmiare con gli interventi, e se hai risparmiato ad esempio 3 milioni, li dai a me’”.

“Ho cominciato a dialogare col Comune – spiega Butera – per capire chi sarà il mio interlocutore fisso all’interno dell’amministrazione. Finora ho parlato a turno col sindaco e col vicesindaco, ma servirà un referente preciso per iniziare la parte operativa”. Una scelta dagli inevitabili risvolti politici, dei quali Butera non sembra preoccuparsi: “Ad oggi nessuno mi rema contro. Non so se in Consiglio comunale qualcuno si opporrà alle scelte che sto cercando di fare, ma sinceramente la fase politica mi è irrilevante. Sono qui per incidere, e se non ci riesco nel medio periodo, scaldare la poltrona non mi interessa”.


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