"Lumia non è felice| di quello che vede allo specchio" - Live Sicilia

“Lumia non è felice| di quello che vede allo specchio”

Claudio Fava a Live Sicilia
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4 min di lettura

Claudio Fava è deputato europeo e coordinatore nazionale di Sinistra ecologia e Libertà. Corrispondente internazionale delle maggiori testate progressiste italiane, è autore di numerosi romanzi e sceneggiature di film e fiction di successo.

Mentre in Sicilia il Pd litiga, Sinistra ecologia e Libertà che fa?
“Continua a proporre. L’unico atto di coerenza e di decenza è uscire dalla giunta regionale per arrivare alle elezioni e impedire che quest’inciucio continui a rappresentare lo scandalo per la politica siciliana. Sel fa opposizione, coerente e rigorosa a Lombardo e continua a pensare che ricostruire il centrosinistra sia possibile a partire non dai tatticismi ma da una proposta politica alternativa. Dobbiamo dimostrare al popolo siciliano che nel suo destino non c’è solo la transumanza da Cuffaro a Lombardo”.

Quando e cosa ha smesso di girare nell’ingranaggio del partito di Bersani? Bisogna ricercare le cause anche a livello nazionale?
“Bisognerebbe chiederlo a chi sta in quel partito, noi siamo osservatori esterni e come ogni altro osservatore esterno abbiamo una lettura più superficiale. Da questo punto di vista sembra che ci sia un divario profondo tra gli elettori del Partito Democratico e il loro gruppo dirigente in Sicilia, al quale hanno dato il mandato di costruire una proposta alternativa a Lombardo e il referendum di Caltagirone è significativo: il 97% dei votanti ha chiesto di uscire dalla Giunta Lombardo. I dirigenti, probabilmente per ambizioni personali e necessità, credono sia possibile ogni manovra, ogni ribaltone, ogni giro di valzer politico. In questa distanza profonda che separa gli elettori dai vertici del partito, leggo anche il fallimento complessivo del progetto del Pd a livello nazionale e locale”.

Lombardo ha cambiato quattro volte governo e programma, all’ultimo di questi rimpasti il Pd ne è uscito maggioranza. Lumia tempo fa giustificò la scelta come mezzo per scardinare dall’interno un sistema di potere clientelare, alla fine sono andate così le cose?
“Penso che Lumia quando si guarda allo specchio non è felice di ciò che vede. Avere scardinato un sistema clientelare per sostituirlo con un altro ancor più efferato nella conquista e nel possesso scientifico-militare di tutti i luoghi dell’amministrazione, non mi sembra un gran passo avanti. Basta vedere cosa è stato della sanità, il modo in cui i dirigenti delle unità sanitarie locali sono stati passati al setaccio in funzione dei vincoli di appartenenza stretta al partito di Lombardo. Ognuno poi può arrampicarsi sugli specchi per giustificare le proprie scelte, però l’idea di Lumia e dei suoi colleghi di partito è stata semplicemente quella di andare al governo. Punto, con tutti i benefit e le regalie che un sistema di governo come quello siciliano ha recato in dono a ciascuno di loro”.

Bocconi amari da ingoiare per i militanti “piddini”, sostenitori della superiorità morale della sinistra: le cito solo il caso dell’appalto di 350 mila euro affidato dalla Regione senza gara al marito della Finocchiaro, il coinvolgimento di senatori e assessori nella scandalo sanità in Puglia e potremmo continuare.
“Non voglio aggiungere altri giudizi critici a quelli che già gli elettori danno al proprio partito, dico soltanto che i militanti del Pd non sono vincolati da un patto di fede e intanto la proposta alternativa, non autosufficiente ma autonoma come Sinistra ecologia e Libertà, dà una mano per ricostruire il centrosinistra italiano. Anche in questa libertà di scelta c’è il bello della politica e noi siamo disponibili ad accogliere passione e determinazione di tutti”.

Però nell’inchiesta sulle nomine politiche di direttori amministrativi e sanitari nelle Asl pugliesi, Nichi Vendola ha rischiato di essere processato per concussione.
“Nichi Vendola è stato cancellato dall’inchiesta. Tra l’affermare un’estraneità ai fatti e affermare vincoli di consociazione a Cosa Nostra come certe indagini in corso da un anno e mezzo ce ne passa”.

Torniamo in Sicilia, come si concluderà questa esperienza di governo regionale e che ripercussioni avrà sull’elettorato l’esperimento dell’asse Lombardo – Fini – Bersani?
“Si concluderà male per i siciliani perché questo è il peggior momento dal dopo-guerra ad oggi per la Sicilia. Alla fine l’impianto di potere e clientelismo in un modo o nell’altro franerà a prescindere dal consenso, franerà nei fatti, franerà probabilmente per questa vicenda giudiziaria. Il problema è che è già franato il consenso del Partito Democratico, per cui c’è il rischio che Lombardo vada a carte 48 da un momento all’altro e che in campo non ci siano proposte alternative. Noi continuiamo a chiedere al Pd di tirarsi fuori dalla palude di quest’esperienza consociativa, altrimenti quando Lombardo scomparirà nessuno sarà disposto a scommettere una lira sul centrosinistra”.

In questo caso aprireste al PD per una nuova alleanza delle realtà di sinistra?
“Noi siamo alternativi per definizione al centrodestra, consideriamo in questo momento l’emergenza democratica italiana e siciliana. Naturalmente si sta insieme solo se si condivide questo punto di vista. Se il Partito Democratico intende portare avanti la politica dei più forni a secondo delle convenienze, non ci sarà alcun dialogo, la politica resta ancora una cosa seria”.


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