L'utimo abbraccio a Salvatore Crisafulli |Il fratello: "Simbolo di speranza per chi lotta per la vita" - Live Sicilia

L’utimo abbraccio a Salvatore Crisafulli |Il fratello: “Simbolo di speranza per chi lotta per la vita”

Sono stati celebrati al Duomo i funerali di Salvatore Crisafulli, tra l’abbraccio dei familiari e l’affetto di chi vive ogni giorno a contatto con il dramma di stati neurodegenerativi. Assenti le istituzioni a cui il fratello Pietro si è rivolto alla fine della celebrazione ringraziando chi, da ogni parte d’Italia, ha manifestato vicinanza alla famiglia.

I Funerali in cattedrale
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La bara portata fuori dalla Cattedrale

CATANIA – Dolore e commozione negli occhi di chi, in cattedrale, ha voluto porgere l’ultimo saluto a Salvatore Crisafulli. Anche, stavolta, al suo fianco vi è mamma Angela, i familiari e colori i quali hanno seguito passo dopo passo la vicenda. A partecipare alla celebrazione è la gente semplice, semplice come la sua famiglia. Poche telecamere e l’assenza delle istituzioni, le stesse a cui, alla fine del rito funebre, fa riferimento il fratello Pietro.

La famiglia di Salvo Crisafulli

Una storia complessa quella di Salvatore. Cominciata nel 2003 quando un maledetto incidente stradale lo condanna ad uno stato vegetativo. Afflitto dalla sindrome di “locked-in”, una condizione nella quale il paziente è sveglio ma non può comunicare per la completa paralisi dei muscoli volontari. Salvatore, così, vive inchiodato ad un letto: il suo corpo è paralizzato, ma non il suo cuore. Lo adopera tutte le volte che può: quando c’è da scrivere una lettera a Piergiorgio Welby supplicandolo di non rinunciare alla vita, quando c’è da porgere un saluto sulla tomba di Eluana Englaro, nel piccolo cimitero di Paluzza in Friuli.

I funerali in Cattedrale

Migliaia i messaggi che, in questi giorni, hanno inondato la bacheca virtuale di Sicilia Risvegli, l’onlus nata per sostenere le famiglie di chi vive a contatto con stati vegetativi e degenerativi. In molti il cordoglio si mescola a pesanti critiche: “Che tristezza. L’unica gioia è che ormai Salvatore sia felice in cielo!!! Non ci stancheremo mai di diffondere le meschinità del nostro Stato Italiano!” In altri ci si aggrappa alla speranza: “Speriamo che la tua sofferenza e la determinazione di tuo fratello possano non esser state vane”. “Condoglianze ad una famiglia fantastica ed un sorriso speciale per Salvatore che ovunque la sua anima sia starà finalmente godendosi la libertà.

E poi, c’è anche l’affettuoso “Ciao Salvatore” di Giulio Golia, la Iena che si è interessata al caso dopo la decisione di Crisafulli di voler sottoporsi all’eutanasia in Belgio. Quella drastica scelta era stata dettata, soprattutto, dal clima di sconforto e sfiducia nei confronti dello Stato e del sistema sanitario, accusate di averlo “abbandonato”. Ad accompagnarlo in questi duri anni, infatti, mamma Angela e Pietro, alle prese con quotidiani esercizi riabilitativi e macchinari che il personale medico specializzato, in casa solo per qualche ora al dì, “non era in grado di adoperare”. La vicenda di Salvatore e, soprattutto, il suo drammatico “sì” a lasciarsi abbandonare tra le braccia della “dolce morte” fa il giro del mondo. In pochi giorni riempie le pagine dei principali quotidiani, interessa il mondo delle associazioni, scuote l’opinione pubblica. Genera polemiche.

L'estremo saluto a Salvo Crisafulli

Le Iene si interessano al caso: Giulio Golia bussa alla porta della famiglia Crisafulli e, dopo tre giorni di comunicazione visiva con Salvatore – già, perché il suo unico modo di comunicare erano gli occhi – arriva il colpo di scena: all’ennesima domanda “Vuoi fare il viaggio? Se sì sbarra gli occhi, se no chiudili”, Crisafulli abbassa le palpebre manifestando di non voler più morire. Quella ritrovata voglia di vivere ridona speranza ai familiari. Così, dopo le visite specialistiche effettuate in diversi centri europei, giunge l’ok per Tel-Aviv. Salvatore vola ad Israele per sottoporsi ad un trattamento a base di dopamina. Il trattamento genera effetti positivi al suo corpo, ma ciò che potrebbe ancor di più aiutarlo sono le staminali. Comincia una nuova battaglia. Lo scorso 12 febbraio la famiglia aveva, difatti, fatto ricorso urgente al Tribunale di Catania per essere sottoposto al trattamento infusionale. L’udienza era stata fissata per il prossimo 16 aprile. Troppo tardi per Salvatore. Il suo viaggio è finito qui.

“Mio fratello – ha concluso Pietro Crisafulli – deve essere per tutti coloro i quali vivono drammi del genere il simbolo di una speranza in un Paese in cui, paradossalmente, alle cure si preferisce molto spesso la morte. La sua è una grande ingiustizia. Il suo ricordo ci aiuterà a portare avanti il percorso intrapreso con Sicilia Risvegli affinché agli altri non venga confutato il diritto alla vita che è stato negato a Salvatore”.


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