PALERMO – Alta tensione in casa 5 stelle. In queste ore lo staff milanese del movimento fondato da Beppe Grillo sta vagliando le 122 proposte di candidatura al consiglio comunale di Palermo, da cui verrà fuori anche il nome del possibile candidato sindaco pentastellato, ma non mancano le fibrillazioni interne. Come quelle che si stanno registrando sul nome di Ugo Forello, considerato il fondatore di Addiopizzo e che ha presentato la documentazione per le prossime Comunali: un nome voluto fortemente dal meetup palermitano ma che, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare, non riscuote unanimi consensi. Allo staff milanese di Grillo sarebbero arrivate alcune segnalazioni su Forello, legate soprattutto alla sua attività di avvocato e legale di alcune vittime del racket, e al suo ruolo all’interno di Addiopizzo. Segnali pericolosi per il movimento, che punta molto sul voto palermitano e che portano il deputato messinese Francesco D’Uva, componente della commissione nazionale Antimafia, a esprimersi apertamente sulla questione: “La possibile candidatura di Forello non mi fa impazzire, anzi, è decisamente inopportuna – dice D’Uva a Livesicilia -. Non c’è bisogno di ricorrere ai nomi blasonati”.
Perplessità che affondano le radici nel tempo, fino a oltre due anni fa, e che ora rischiano di minare la compattezza del movimento in vista della lunga corsa verso Palazzo delle Aquile. E’ il 18 giugno del 2014 e a Palazzo San Macuto, dove si riunisce l’Antimafia, si discute di lotta all’usura e al racket. Un’attenzione particolare viene dedicata dalla commissione all’utilizzo dei fondi pubblici in favore delle vittime del pizzo. Davanti all’organismo siedono Daniele Marannano, presidente del comitato di Addiopizzo, e il legale dell’associazione, Salvatore Caradonna. D’Uva, dopo i ringraziamenti per l’impegno dell’associazione, rivolge un quesito a Marannano: lo stesso deputato pentastellato definisce la domanda “apparentemente scomoda”. I riflettori si accendono sul Comitato di solidarietà vittime dell’estorsione e dell’usura, un organismo costituito presso il ministero dell’Interno e che ha il compito di esaminare e decidere sulle istanze per l’accesso ai benefici del Fondo di solidarietà. Tra i componenti figurano anche i rappresentanti delle associazioni antiracket e antiusura, tra cui Addiopizzo. “Vorrei sapere se qualcuno dell’associazione Addiopizzo ne faccia parte ed eventualmente capire se la stessa persona sia legale di qualche vittima che dovrebbe ricevere i fondi – si chiede il deputato messinese, le cui parole sono contenute nel resoconto stenografico pubblicato sul sito della Camera -. Si tratta di una domanda apparentemente scomoda perché sono certo della risposta, ma mi sembrava giusto lasciarlo agli atti e sapere se eventualmente sia successo in passato”. L’ipotesi, chiarita oggi da D’Uva, era quella di un “potenziale conflitto d’interessi riguardante Forello”: una situazione “derivante” dal suo ruolo di legale di alcune vittime di usura e dalla concessione dei fondi alle stesse vittime attraverso il comitato in cui siedeva Addiopizzo. Marannano in quell’occasione replicò: “Ho fatto parte del comitato di solidarietà, ma non sono un legale. Laddove è capitato, come risulta agli atti dei verbali, che si siano trattate delle istanze di vittime di estorsione seguite dall’associazione io non ho partecipato alle sedute e alle deliberazioni in questione, posto che non sono un legale e quindi non ci sarebbe stato comunque un diretto interesse”.
Il convitato di pietra, in quell’occasione, è proprio Forello, di professione avvocato. Il fondatore di Addiopizzo in quell’occasione non viene citato espressamente dal deputato del Movimento 5 stelle, che oggi chiarisce: “La possibile candidatura di Forello non mi fa impazzire – dice D’Uva – così come non mi fece impazzire la risposta ricevuta due anni fa dal presidente di Addiopizzo. Dello stesso avviso furono anche i miei colleghi della commissione. L’associazione fece chiarezza sui bilanci ma sul tema del Comitato di solidarietà non arrivarono ulteriori spiegazioni. Quello era un potenziale conflitto di interessi e a noi del Movimento 5 stelle queste cose non piacciono”. Secondo D’Uva, dunque, la possibile candidatura di Forello nelle file dei grillini “è decisamente inopportuna, anche alla luce – prosegue – di quelle risposte poco soddisfacenti e alle quali non seguì mai un ulteriore chiarimento”. Il deputato messinese allarga poi il campo delle critiche e guarda alle tappe di avvicinamento alle elezioni percorse dal M5s: “Palermo è una città in grado di esprimere validi elementi provenenti dall’attivismo, non c’è bisogno di ricorrere ai nomi blasonati. Noi, candidati della prima ora, eravamo attivisti storici – rincara D’Uva -, adesso c’è l’assalto alla diligenza. Sono contento delle simpatie della gente, ma il meccanismo non può essere quello che porta in tanti a salire sul carro del Movimento 5 stelle”.
Forello, che come tutti i papabili candidati ha ricevuto la richiesta da parte del Movimento di non rilasciare dichiarazioni alla stampa, resta in silenzio ma a replicare ci pensa Valerio D’Antoni, uno degli avvocati di Addiopizzo: “Il Comitato Addiopizzo, per il tramite dei suoi rappresentanti, sia avvocati che non, ha svolto e svolge l’attività di supporto alle vittime del pizzo, funzionali a ottenere le elargizioni da parte del Comitato di solidarietà alle vittime di usura, a titolo rigorosamente gratuito – spiega -. Né Addiopizzo né i suoi rappresentanti hanno mai preso un centesimo. Altra cosa è l’attività processuale a sostegno delle vittime, cioè quella necessaria a tutela degli interessi della vittime nei processi penali contro gli estorsori che viene ricompensata con il riconoscimento in favore delle vittime non solo di eventuali risarcimenti, ma anche di spese legali”. Sul ruolo di Addiopizzo poi: “Non c’è alcun conflitto di interessi – dice D’Antoni -. Secondo una prassi consolidata, tutte le volte in cui si è discusso della posizione di vittime di estorsione che sono entrate in contatto con Addiopizzo, l’associazione e i suoi rappresentati non hanno partecipato a queste decisioni. Ci si è astenuti. Ci sono persone che da tempo non fanno parte del Comitato e si spendono nell’interesse del Movimento Cinque Stelle, Forello ha deciso di metterci la faccia a servizio del Movimento e dei suoi valori, nessun salto sul carro del vincitore”.
La marcia di avvicinamento alla prossima campagna elettorale di Palermo dei Cinquestelle, dunque, vive giorni delicati. Dopo una prima valutazione da parte dei portavoce nazionali sulla lista dei 122 papabili, spetterà a Grillo l’ultima parola sui nomi che potranno essere votati dagli iscritti certificati del Movimento. Chi passerà la selezione riceverà una e-mail ufficiale e potrà giocarsi la partita per essere votato ed entrare nella lista dei 40 candidati a Sala delle Lapidi: quelli che otterranno più preferenze, mediante la piattaforma on line ‘Rousseau’, correranno anche per una sorta di secondo turno con cui si sceglierà il candidato sindaco.
Ma Forello non è l’unico caso che sta agitando le acque in casa grillina. Non è un mistero, infatti, che l’avvicinarsi delle elezioni abbia inasprito i rapporti fra gli attivisti locali, che hanno per esempio spinto per il nome del fondatore di Addiopizzo e che vorrebbero maggiore autonomia, e i parlamentari nazionali che invece cercano di gestire in modo diretto la macchina organizzativa: una tensione che ha portato il Movimento a “commissariare” momentaneamente anche la gestione del forum, del profilo Facebook e del profilo Twitter. Gli attivisti locali hanno addirittura scritto un documento per “denunciare” il comportamento dei portavoce, accusati di voler favorire la candidatura di Riccardo Ricciardi, marito della deputata Loredana Lupo. Veleni e scontri interni che la dicono lunga sul clima che si respira fra i grillini palermitani, a poche settimane dalla festa nazionale che si svolgerà proprio nel capoluogo siciliano e a poche ore dal responso dello staff milanese che decreterà chi, fra le correnti in campo, si aggiudicherà il primo round.