Primo strappo nei Cinque stelle | Il siciliano Currò apre al Pd - Live Sicilia

Primo strappo nei Cinque stelle | Il siciliano Currò apre al Pd

Tommaso Currò

Il neo deputato nativo di Milazzo in un'intervista a 'La Stampa' sottolinea la "sensibilità comune su diversi temi con il Pd". Poi il messaggio a Grillo: "Noi parlamentari non siamo automi, nessuno ci può svuotare della nostra personalità politica".

PALERMO – Alla Camera si consuma il primo ‘strappo a cinque stelle’. Il protagonista è il deputato milazzese Tommaso Currò, che quest’oggi apre al Partito democratico in un’intervista sul quotidiano La Stampa. “Con il Pd c’è una sensibilità comune su diversi temi – afferma Currò –. Penso agli immigrati, all’ambiente, ai diritti civili. Noi parlamentari non siamo automi. E nemmeno bambini. Nessuno ci può svuotare della nostra personalità politica. Diversamente diventiamo schiavi di un manovratore”.

Un attacco nemmeno troppo celato al leader Beppe Grillo, contestando l’incontro organizzato sabato a Firenze. “È surreale che centosessantratré persone si muovano per andare incontro a una sola. Venga lui da noi. Qui. In Parlamento. Saremo felici di confrontarci”. Currò è nato a Milazzo, giusto di fronte le isole Eolie. Da una decina d’anni invece vive a Catania, dove svolge la professione di tecnico in un laboratorio fisico. E’ fra gli attivisti più giovani approdati in Parlamento, tanto da essersi avvicinato al Movimento cinque stelle giusto lo scorso anno. Ad ogni modo non teme gli strali del lider maximo Grillo: “A me può anche stare bene che venga nominato un gruppo che si occupa di comunicazione – afferma Currò – , purché la comunicazione non si sostituisca alla politica. Anzi, comprimiamo il potere dei comunicatori ed espandiamo quello dei parlamentari. Altrimenti la nostra diventa solo propaganda. E a me la propaganda puzza di fascismo”.

Il quotidiano torinese, riportando anche alcuni spifferi di palazzo parla di una vera e propria fronda che sta montando all’interno del gruppo parlamentare grillino. La parola d’ordine è “dialogo”. Così Currò apre: “I giorni passano. E il Paese soffre. Non possiamo permetterci di perdere tempo. Di aspettare tre mesi per poi tornare a votare. Le piccole e medie imprese non ce la fanno più. Non amo i toni drammatici, ma qui è una questione di vita o di morte. Non si può stare ad aspettare lo sfascio. Bisogna discutere ed intervenire”. Infine l’assist al Pd: “Sarebbe tutto più facile se avesse la forza di rinunciare a Bersani”. Nel difficile gioco delle parti fra Camera e Senato si apre un nuovo spiraglio, quello dei dissidenti a cinque stelle.


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