PALERMO – Una piramide da tre milioni e 590mila euro. A tanto ammonta la raccolta dei 14 deputati regionali del Movimento cinque stelle in cinque anni di restituzioni all’Assemblea regionale siciliana nella passata legislatura. La cifra è cristallizzata dal sito ‘tirendiconto.it’, che raccoglie le restituzioni dei consiglieri di tutte le regioni italiane e dei deputati nazionali eletti sotto la bandiera pentastellata. Per ogni regione il sito, preso d’assalto in queste ore per via del caso restituzioni scoppiato con gli ammanchi dei due parlamentari nazionali Andrea Cecconi e Carlo Martelli, definisce nel dettaglio e in maniera uniforme i rimborsi dei portavoce e le loro destinazioni per varie finalità, oltre che la cifra ancora in attesa di utilizzo.
Le cose cambiano, però, per quanto riguarda la Sicilia: cliccando sulla cifra totale restituita dai parlamentari di Palazzo dei Normanni, infatti, la navigazione prosegue sul sito ‘sicilia5stelle.it’ dove le rendicontazioni dei fondi accantonati mensilmente si fanno più fumose rispetto al sito nazionale, dal momento che vengono riportate le cifre mensili ma i bonifici, in molti casi, non sono visibili.
Quei tre milioni e 590mila euro, evidenziati per la Sicilia dal sito nazionale, sono stati in gran parte destinati al microcredito siciliano, il sistema avviato dai deputati regionali grillini, gli unici comunque a restituire parte dello stipendio, dopo qualche mese dal loro insediamento all’Ars con l’obiettivo di dare sostegno alle piccole e medie imprese. Il sito regionale, tuttavia, non riporta alcuna cifra sull’ammontare complessivo degli accantonamenti: i deputati regionali del Movimento cinque stelle hanno versato in un conto corrente intestato all’Associazione Movimento 5 stelle Sicilia. E’ nelle casse dell’associazione, la cui entità è coperta dal normale segreto bancario, che confluiscono le restituzioni dei deputati regionali ed è da lì che nasce il anche il fondo di garanzia presso Banca Etica su cui si basa il sistema del microcredito: un fondo “di garanzia”, appunto, che viene intaccato “soltanto se l’imprenditore – conferma l’istituto a Livesicilia – non riesce a restituire la cifra ottenuta in prestito dalle banche”.
Un sistema diverso rispetto a quello utilizzato dai consiglieri regionali pentastellati del resto d’Italia, dove non esistono ulteriori passaggi dalla fonte ai beneficiari. In Piemonte, ad esempio, le restituzioni dei consiglieri regionali destinate alle Pmi regionali transitano direttamente dal gruppo alla tesoreria della Regione, mentre in Veneto una parte delle risorse viene accreditata direttamente al Fondo nazionale per il microcredito presso il ministero dell’Economia. In Lombardia, invece, i soldi delle rinunce ritornano al consiglio regionale che detiene un fondo per il microcredito lombardo. In Sicilia i soldi accantonati dai deputati passano attraverso l’Associazione Movimento cinque stelle, mentre le richieste degli imprenditori vengono valutate dalla Fondazione di Comunità di Messina e da Impact Hub Siracusa, un incubatore di start up.
Le rinunce dei parlamentari regionali pentastellati sono servite anche a finanziare alcune iniziative collaterali a quella del microcredito. Al progetto ‘Boom Polmoni urbani’, ad esempio, sono stati destinati 360mila euro: una iniziativa, attuata in collaborazione con Farm Cultural Park di Favara, che ha puntato sulla creatività dei giovani siciliani per dare vita a nuovi modelli di sviluppo urbano. I tre progetti vincitori hanno ottenuto 120mila euro ciascuno a fondo perduto. Gli stipendi dei parlamentari siciliani hanno inoltre finanziato con 300mila euro la trazzera di Caltavuturo, che dopo il crollo del viadotto sulla Palermo-Catania nell’aprile 2015 permise di bypassare l’interruzione dell’autostrada, e 60 borse di studio per atleti disabili dal valore complessivo di trentamila euro. Al conto si aggiungono anche i trentamila euro che contribuirono all’acquisto della casa per la famiglia Guarascio di Vittoria, dopo il suicidio del capofamiglia. Alla fine il computo complessivo è di 720mila euro, che fanno scendere a due milioni e 870mila euro la somma dei rimborsi transitati nelle casse dell’associazione Movimento cinque stelle Sicilia attraverso le restituzioni dei deputati, che restano comunque di non facile reperimento.
Le restituzioni non riguardano i deputati Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, indagati per la vicenda firme false e autosospesi dal movimento ma mai espulsi dal gruppo parlamentare di palazzo dei Normanni. Sul sito dei Cinquestelle siciliani non figurano rendiconti dei due deputati palermitani e inoltre, prendendo in esame gli ultimi dieci mesi della legislatura precedente, salta fuori una anomalia ricorrente: l’impossibilità di toccare con mano diversi bonifici degli altri colleghi. Le rendicontazioni, che fino a qualche giorno fa registravano qualche ritardo, ora sono quasi tutte aggiornate ma non sempre verificabili. Giancarlo Cancelleri, ex candidato governatore, ha rendicontato regolarmente fino a ottobre del 2017, ultimo mese della precedente assemblea, coinciso con l’ultimo mese di campagna elettorale, ma i bonifici visibili sono quelli delle ultime quattro mensilità mentre per il periodo gennaio-giugno dello stesso anno vengono riportate soltanto le cifre. Una anomalia che si ripete per Francesco Cappello. Nel periodo che va da gennaio a ottobre 2017 i bonifici del deputato catanese non sono verificabili: cliccando sulla cifra restituita, infatti, non viene caricata alcuna nota di addebito. La stessa situazione si registra sul profilo della collega catanese Gianina Ciancio. La ragusana Vanessa Ferreri, non riconfermata a Palazzo dei Normanni, e la acese Angela Foti hanno rendicontato fino a marzo 2017 ma anche qui i bonifici del primo trimestre non sono visibili.
Rendicontazioni al passo per Matteo Mangiacavallo, ma anche in questo caso non è possibile verificare con i bonifici. L’alcamese Valentina Palmeri in una sola settimana di dicembre ha restituito le somme relative a tre mensilità (agosto, settembre e ottobre 2017), mentre per il periodo gennaio-giugno bisogna fare riferimento soltanto a quanto dichiarato sul sito senza possibilità di visionare i bonifici. Anche Salvatore Siragusa rendiconta fino a ottobre, ma senza le note di addebito, mentre le restituzioni di Sergio Tancredi si fermano ad agosto dell’anno scorso. Curioso il caso di Giampiero Trizzino, deputato palermitano molto seguito nel capoluogo: le sue ultime restituzioni riguardano luglio, agosto e settembre, saldati con tre bonifici effettuati oggi, con il movimento scosso dal caso rimborsi. I bonifici da gennaio a giugno non sono cliccabili. L’attuale capogruppo, Valentina Zafarana, è al passo con le rendicontazioni e sul suo profilo possono essere verificati anche i bonifici relativi a settembre e ottobre, anche se quattro mensilità del 2017 restano senza giustificativo. Il siracusano Stefano Zito, infine, ha aggiornato il suo profilo finio a novembre del 2017: i bonifici visibili, però, sono quelli di settembre e ottobre.