“Ci sentiamo calunniati. Nei prossimi giorni faremo valutare le parole del sindaco ai nostri legali. Decideremo se è il caso di presentare una querela per diffamazione. Se Cammarata ha elementi per legare l’intimidazione subita da Cognata ai lavoratori del teatro vada in Procura a denunciarli”. Paolo Cutolo, rappresentante sindacale della Fials, ci tiene ad allontanare il sospetto che le cause dell’aggressione al sovrintendente siano in qualche modo riconducibili alle vertenze con i dipendenti e non nasconde lo scontento per la gestione dell’ente lirico e per i pessimi rapporti tra i lavoratori e gli amministratori.
“In teatro non c’è nessuna serenità – spiega – Esprimo solidarietà umana verso il sovrintendente ferocemente picchiato sotto casa, ma non accetto l’equazione aggressione uguale risamento. Forse, invece, ci si dovrebbe interrogare sul perché attendiamo da sei mesi una convocazione per esaminare il bilancio previsionale del 2009 che, con curioso tempismo, è arrivata questa mattina per martedì prossimo”.
“Dove sta il risanamento ed il rilancio?” si domanda il rappresentante di categoria che spiega: “Il teatro è una pentola a pressione pronta ad esplodere. Un dipendente su due ha una vertenza in corso con il teatro. Le cause intentate contro il teatro sono centinaia. E che dire dei 26 milioni di euro di debiti della gestione precedente che si stanno facendo pagare ai lavoratori con riduzioni di stipendio e di personale? Come giudicare il fatto che di fronte ai continui scioperi il sovrintendente abbia, di fatto, annullato il cartellone?”.
Una posizione che suscita consensi ma anche contestazioni. Davanti all’ingresso del teatro gruppi di lavoratori si interrogano e si dividono. Sul tavolo della portineria due documenti che amministrativi, musicisti, cantanti, ballerini, truccatori e tecnici di scena leggono, discutono, firmano. Entrambi esprimono solidarietà a Cognata e condanna per l’episodio, ma uno dei due dedica quattro righe sugli amministratori che “con coraggio e dedizione hanno saputo operare per il raggiungimento degli obiettivi e che, incrementando la produzione artistica e facendo economie di gestione, hanno ridato vigore al teatro e serenità al personale”. In calce una trentina di firme, altrettante nell’altra nota che non esprime alcun giudizio sull’operato del sovrintendente.
I lavoratori non lesinano critiche anche ai giornalisti che “condannano di fronte l’opinione pubblica quattrocento lavoratori a causa di una truffa che ne ha coinvolto dodici”.”Noi pensiamo che le cause dell’aggressione possano essere cercate anche al di fuori del teatro – aggiunge Maurizio Rosso, esponente della Cgil – Il sovrintendente è anche professore universitario nonché consulente del Comune”.