PALERMO – Cgil e Uil, insieme alle categorie provinciali di Ragusa Filctem e Uiltec, stanno affrontando giorni di grande incertezza e preoccupazione per il futuro dello stabilimento Eni-Versalis. Le imminenti operazioni di decommissioning hanno allarmato i lavoratori e l’intera comunità locale.
Recentemente, la Regione Siciliana ha convocato un incontro con Eni per esaminare il progetto di riconversione del sito ragusano proposto da Versalis. In una lettera inviata alla presidenza della Regione e all’azienda, le segreterie sindacali hanno ribadito la richiesta del governatore di ottenere una relazione dettagliata e un cronoprogramma preciso investimenti e le tempistiche, per valutare le ricadute occupazionali ed economiche sul territorio.
“Le informazioni ricevute nell’incontro del 13 dicembre al ministero del Made in Italy – scrivono i sindacati al presidente della Regione – non sono state rassicuranti. Il progetto di Eni per Ragusa è ancora in fase di studio e comprenderebbe quattro principali aree. Nonostante la presentazione di questi progetti di riconversione, essi risultano privi di un cronoprogramma chiaro e di dettagli operativi ed economici, alimentando il timore di rappresentare solo un annuncio privo di sostanza industriale, mentre la realtà lavorativa e sociale del territorio andrebbe già in decommissioning”.
Poiché lo stabilimento è attualmente fermo fino al 31 dicembre per mancanza di mercato per i suoi prodotti, e considerato che Eni ha comunicato l’intenzione di avviare le operazioni di decommissioning dopo tale data, le segreterie sindacali chiedono con urgenza la sospensione di queste operazioni in attesa di una definizione chiara del piano di riconversione.
A supporto delle preoccupazioni espresse dalle segreterie sindacali, erano intervenuti anche nei giorni scorsi il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, il sindaco di Ragusa e la Deputazione iblea.