PALERMO – Ma siamo sicuri che al Palermo convenga Mario Balotelli, uno che non gioca a calcio da anni, uno che – usiamo un eufemismo – non è stato mai accolto a braccia aperte negli spogliatoi di pertinenza, uno che ha i piedi fatati, ma un caratterino che non l’accompagna, uno che qualche errore l’ha seminato, uno che doveva stare in alto per il suo talento, eppure è rimasto spesso a galleggiare ai margini e questo qualcosa vorrà pure dire?
D’accordo, se si pensa all’attacco rosanero, se si fa mente locale un attimino su Balogh, ci si rende conto che, Diamanti a parte, il piatto piange e che è sempre benedetto l’orbo di un occhio nel reame dei ciechi. Oltretutto, l’arrivo di SuperMario provocherebbe chilometri di paginate sulla favoletta a lieto fine di un ragazzo poverissimo nato a Palermo nell’anno dei Mondiali del Novanta e tornato a casa per redimersi e riprendere il cammino da dove era stato interrotto. E Maurizio Zamparini – che per certe cose ha naso – si leccherebbe i baffi perché con un discreto stratagemma avrebbe raggiunto un duplice risultato: il rilancio dell’immagine del Palermo, il ritorno in auge di sé medesimo dopo un paio di campagne acquisti a dir poco pietose. A parte qualche scettico, il popolo rosanero è già pronto a spalancare le braccia al nuovo idolo e a perdonare quasi tutto a colui – il sor Maurizio – che fino a ieri rappresentava l’apice del malcontento calcistico.
Sono le storie di Palermo e dei palermitani che si appassionano soltanto al gran ballo del pallone e per quello spasimano e solo per quello inscenano proteste in piazza, noncuranti della città che va in pezzi e di altri argomenti più seri per cui ci sarebbe di che infiammarsi (ma va da sé: tra le macerie gli articoli più richiesti sono i sogni a buon mercato). Dunque, ‘Balo’ potrebbe arrivare, servito in ‘pacco dono’ dal furbo di tre cotte Zampa. E già un risultato sarà stato raggiunto. Però siamo sicuri che invece di un Balotelli, ombra pallonara di se stesso, non servirebbe meglio un Falcinelli, che fa gol e pure rima?
