Ma tra ultimatum e screzi |si prepara il rimpasto - Live Sicilia

Ma tra ultimatum e screzi |si prepara il rimpasto

Negli incontri del fine settimana tra i più stretti alleati (Drs, Megafono e Articolo 4) e Crocetta è emersa la volontà di ricucire col Pd. Dal quale è arrivato ieri un ultimatum di 30 giorni al governatore. Cardinale: "Sì al rimpasto ma con uguale dignità". E nasce l'idea di una federazione. Che alle Europee sosterrebbe la corsa di Lumia

Il retroscena
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PALERMO – “Saro, devi recuperare il rapporto col Pd. Devi essere un protagonista del Partito democratico”. Con democristianissima saggezza, Lino Leanza ha offerto il suo consiglio al governatore, sabato in un faccia a faccia tra i due. La parola d’ordine è ricomporre. I fedelissimi di Rosario Crocetta spingono per la pace e sostengono la necessità di riannodare i fili della sfilacciata maggioranza. Lo scontro con Pd e Udc ha superato ormai il livello di guardia, e i gruppi più vicini al governatore, Megafono, Drs e Articolo 4, hanno ben chiaro che la corda non si può tirare all’infinito o prima o poi si spezzerà. Crocetta ha fatto il punto domenica a Tusa con Beppe Lumia e Totò Cardinale, punto di riferimento dei Drs. E sabato ha avuto modo di incontrare il leader di Articolo 4 Lino Leanza. L’esigenza condivisa è quella di non mandare in frantumi la maggioranza. Che non esiste più, a sentire il segretario dei democratici, che oggi, come anticipato da Livesicilia, ha detto no all’invito del governatore a un vertice di coalizione per mercoledì.

“Bisogna ritessere la tela, riannodare la trama dei rapporti”, ha sintetizzato, anche lui con lessico di pura marca Dc, Totò Cardinale. E le dichiarazioni più accomodanti nei confronti degli alleati che Crocetta ha diffuso nelle ultime ore lasciano intendere che il governatore condivide questa linea. “Sì, qualche battuta di troppo ha irritato molto alcuni deputati autorevoli e non. Ma Crocetta è solo se stesso”, dice un politico vicino al governatore. Le battute “di troppo”, però, hanno esacerbato gli animi tra i democratici. Che peraltro non hanno gradito le riunioni “tra initimi” del weekend, rispedendo al mittente l’invito di Crocetta a un vertice di maggioranza.

Ieri Lupo ha dato una sorta di ultimatum a Crocetta, chiedendo riforme entro trenta giorni, altrimenti il Pd è pronto anche ad andare al voto. Pochi credono in realtà che all’Ars ci sia anche un solo deputato che vede di buon occhio quest’epilogo. Oggi, nella riunione di gruppo del Pd, e domani in direzione, ci sarà l’occasione per dar sfogo ai malumori e magari per trovare un chiarimento. Poi, tutti ormai ne sono coscienti, dovrà scattare il momento del rimpasto. In vista del quale, però, già si affilano le armi.

“Il rimpasto non può che farsi tenendo conto di un equilibrio di coalizione. Tutti sono protagonisti, con uguale dignità”, avverte Cardinale. Insomma, Pd e Udc mettano da parte le pretese da soci fondatori. Anche perché, ricordano dalle parti dei Drs, Udc e Pd da soli non garantivano all’Ars una maggioranza a Crocetta, maggioranza che è stata costruita con gli innesti trovati in Aula.

Insomma, al netto di schermaglie e ultimatum, l’impressione è che alla fine i prossimi giorni dovrebbero essere quelli giusti per avviare la difficile trattativa per il Crocetta bis. Magari, scampando in Aula il flop sulle Province, visto che i tempi per la riforma si fanno ormai strettissimi e il rischio di tornare al voto per gli enti teoricamente defunti è concreto. “Sarebbe un passo falso da evitare a tutti i costi”, commenta con realismo Lino Leanza. Un passo falso in primis per l’immagine di Crocetta.

Intanto, i gruppi più vicini al governatore serrano le fila. Cardinale parla apertamente dell’obiettivo di una “federazione” tra Drs, Megafono e Articolo 4. L’invito è stato rivolto con un comunicato stampa proprio dai Drs agli altri due movimenti. Che alle prossime Europee dovrebbe spingere in blocco la candidatura, ormai data per cosa fatta, di Beppe Lumia.


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