Mafia, anche il pizzo sul pescespada svelato dal pentito - Live Sicilia

Mafia, anche il pizzo sul pescespada svelato dal pentito

Dai verbali emerge la mappa degli uomini sui quali poteva contare “la nota famiglia mafiosa Santapaola” tra Giardini Naxos e Taormina.
L'INCHIESTA
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CATANIA – Il pizzo sul pescespada, sui turisti e il traffico di droga. Nomi e cognomi, il pentito Carmelo Porto fa la mappa degli uomini sui quali poteva contare “la nota famiglia mafiosa Santapaola” tra Giardini Naxos e Taormina. E svela presunti equilibri tra le famiglie mafiose, soldi che sarebbero finiti da Giardini Naxos a Picanello, il noto quartiere catanese dei “Ceusi”. Si tratta di verbali che sono finiti agli atti del procedimento eseguito pochi giorni fa, gli inquirenti, durante le indagini, non hanno trovato riscontri alle estorsioni, anche perché il collaboratore parla di due episodi avvenuti prima del suo arresto. Quello che gli investigatori hanno documentato, è il traffico di droga. 

I verbali e il pizzo sul pesce

“Il gruppo Santapaola a Giardini – si legge nei verbali del pentito – è rappresentato da Maugeri e da Costanzo che ha un certo Filippo che collabora con lui. C’è anche un certo Saro Costanzo, della famiglia Santapaola di Catania, su Giardini”.
Il collaboratore ricorda un incontro, avvenuto nel 2016, nel porto di Giardini Naxos. “C’eravamo io – continua il pentito – Gaetano Di Bella, Saro Costanzo, Maugeri dettu u paternisi, Cristian Collura e abbiamo parlato del fatto che i pescherecci che scaricano il pesce devono lasciare una parte del pesce anche a noi”.
Il collaboratore svela, in pratica, una sorta di pizzo sul pescato e svela altri particolari.
“Uno dei pescherecci è di proprietà di Costanzo, il pesce che loro ci lasciavano lo vendevano da altre parti. In esecuzione di questo accordo, per due volte, abbiamo ricevuto pesce come pescespada, tonno e lo abbiamo rivenduto. Gli altri pescherecci coinvolti sono di Giardini”.

Pizzo sui turisti

Continua il collaboratore: “Si era deciso anche che dovevamo ricevere soldi dalle barche che portano in giro i turisti, doveva ritirare tali soldi Costanzo, per importi di euro 500 – 1000, che a fine stagione ciascun proprietario di barche avrebbe dovuto consegnare, perché venissero divisi tra noi. A seguito del mio arresto, però, Costanzo inviò tutto il denaro a Catania a Salemi Carmelo. Appena uscito dal carcere io partecipai a un incontro a Giardini, davanti al. Fagiano, per chiedere contezza di questo comportamento”.

La “divisione del pesce”

“Nel corso dell’incontro del 2016, quindi, abbiamo discusso della divisione del pesce, dei soldi delle barche per turisti e dei soldi dei pontili. Per quanto riguarda i soldi delle barche, mentre la quota dell’anno 2017 è stata suddivisa correttamente tra tutti i gruppi, la quota dell’anno 2018 è stata consegnata interamente a Costanzo, che l’ha consegnata a sua volta a Catania, ai referenti del clan Santapaola di Picanello”.

E ancora: “Dopo che sono stato scarcerato, nell’anno 2018, quindi ho cercato spiegazioni da Costanzo, ma non sono riuscito ad avere indietro le quote che spettavano al mio gruppo e mi è stato detto di rivolgermi direttamente a Melo Salemi del clan Santapaola. Al contempo ho mandato più volte a chiamare Maugeri per discutere in generale dell’organizzazione dell’attività estorsiva nel territorio di Giardini, poiché egli, per quanto a mia conoscenza, se ne occupava da solo. Non sono riuscito ad avere un incontro con lui”.

“Maugeri e Costanzo – conclude il pentito – erano d’accordo a dividere anche perché c’era la famiglia Brunetto in mezzo. In questo accordo, comunque, non era presente il clan Laudani”.


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