C'è un nuovo pentito | La mafia di Bagheria si sgretola - Live Sicilia

C’è un nuovo pentito | La mafia di Bagheria si sgretola

È il quinto in meno di un anno. Da una settimana uno degli uomini del racket ha deciso di saltare il fosso. Era stato arrestato nel blitz Reset.

IN PROVINCIA DI PALERMO
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PALERMO – Un nuovo pentito. Il quinto in meno di un anno. È una stagione buia per la mafia di Bagheria e dintorni. Da una settimana un uomo del racket ha deciso di saltare il fosso. E di cose da raccontare ne ha parecchie. I carabinieri vigilano sui suoi familiari. Anche se non ci sarebbero ragioni di sicurezza, al momento è opportuno non rivelare il nome del neo collaboratore che si aggiunge a quelli, in ordine cronologico, di Giuseppe Carbone, Sergio Flamia, Enzo Gennaro e Benito Morsicato.

È stato arrestato nel blitz di inizio giugno. I carabinieri hanno dato il nome Reset all’operazione che ha “resettato” il potente mandamento in provincia di Palermo. Che vive la stagione più sofferta della sua storia criminale. Nel 2005 l’inchiesta “Grande mandamento” aprì uno squarcio sul clan che aveva protetto la latitanza di Bernardo Provenzano. Nel maggio 2013 – operazione Argo – i carabinieri fotografarono la nuova mappa del potere di una cosca che aveva saputo riorganizzarsi. Un anno dopo, appena un mese e mezzo fa, è stato completato il lavoro iniziato. Complessivamente gli arresti sono più di cinquanta.

Un anno di indagini segnato dai pentimenti, più o meno eccellenti. Carbone ha fatto ritrovare i corpi dei Juan Ramon Fernandez e Fernando Pimentel, due narcos al soldo dei cartelli canadesi della droga, crivellati di colpi e bruciati nelle campagne di Casteldaccia. Flamia ha alzato il tiro. Sta raccontando trent’anni di storia della mafia, compresi i segreti di decine di omicidi. Gennaro e Morsicato conoscono soprattutto le logiche e le dinamiche del pizzo. È lo stesso terremo su cui si è messo il neo pentito.

In una Bagheria “blindata” arresti e pentimenti hanno dato la scossa ai commercianti. Una quindicina si sono presentati spontaneamente negli ultimi giorni in caserma per denunciare anni di angherie. Altri venti erano stati costretti, vista l’evidenza delle prove, ad ammettere di avere pagato la messa a posto. Ora c’è chi si dice certo che il nuovo pentimento alimenterà l’effetto domino. La notizia ormai circola a Bagheria e nelle frazioni vicine che fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta furono soprannominate il  “Triangolo della morte”. Fu la cronaca a imporre la macabra definizione. Fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia i morti ammazzati si contavano a decine.


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