Mafia a Catania, la mappa del potere di Cosa Nostra - Live Sicilia

Tensioni e scontri, la mappa del potere dentro Cosa Nostra catanese

L'equilibrio ai vertici del clan
OPERAZIONE "OMBRA"
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CATANIA – Una mappa del potere dentro Cosa Nostra catanese. Le tensioni interne, gli scontri con altri clan, le mediazioni e la corsa al comando dopo l’arresto del reggente Francesco Napoli, nel settembre del 2022. Il tutto immerso in un clima fatto di estorsioni, usura, uso delle armi e pestaggi per risolvere questioni amorose o di lavoro.

È quanto emerge dall’inchiesta Ombra, che nella mattina di mercoledì 24 luglio ha portato all’esecuzione, da parte di più di 200 uomini e donne della Polizia, di 25 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone ritenute a vario titolo coinvolte nel clan Santapaola – Ercolano.

Nelle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Puleio e dal sostituto Raffaella Vinciguerra, è emerso il nome di Francesco Russo come nuovo reggente di Cosa Nostra a Catania dal 2022. Proprio la sua attenzione alla sicurezza, ancora più esasperata del suo predecessore Napoli, ha dato il nome all’operazione.

Il gruppo Stazione e quello Cibali

La complicata architettura del potere dentro Cosa Nostra catanese è stata ricostruita grazie a quella che lo stesso Gip nell’ordinanza di custodia cautelare definisce una “oceanica mole di dialoghi intercettati”. Le indagini infatti si basano su intercettazioni che hanno permesso di capire chi comandava e in che modo nei Santapaola – Ercolano tra l’autunno del 2020 e quello del 2023.

All’inizio dell’ordinanza il Gip ricorda la struttura dei Santapaola – Ercolano, che dalla metà degli anni ’80 consiste in un insieme di sottogruppi guidati ciascuno da un capo. Le indagini del blitz Ombra si sono concentrate soprattutto sulle vicende che riguardano i gruppi della Stazione di Catania e quello di Cibali e sulla tensione per la successione alla leadership dopo gli arresti di settembre 2022.

La gestione dal carcere

Il ruolo di stratega per entrambi i gruppi sarebbe stato ricoperto da Mario Ercolano. Anche se detenuto nel carcere di Teramo, Ercolano avrebbe avuto a disposizione dei telefoni e una fitta rete di contatti con cui sarebbe riuscito a fare filtrare all’esterno le sue direttive, soprattutto riguardo a chi dovesse comandare alla Stazione e a Cibali, oltre che su affari “correnti” del clan come estorsioni e altre attività illecite.

Ad esempio, in una telefonata del dicembre 2020 Mario Ercolano è intercettato mentre parla con Salvatore Fazio e gli chiede: “Ma chi è questo Giuseppe della Stazione?”. Si tratta di Giuseppe Amato, che si era attribuito da solo il ruolo di leader del gruppo della Stazione.

Fazio spiega a Ercolano che in realtà Amato si era “messo a disposizione”, ma aveva avuto dei contrasti con il vero “responsabile” della Stazione, Alberto Privitera: “Se Alberto lo sa – dice Fazio intercettato – gli stacca la testa, gliela fa volare”.

Fazio parlava con Ercolano utilizzando un cellulare custodito in un chiosco a Cibali. Sbrigava con il boss in carcere faccende di estorsioni, mediava con esponenti del clan Cappello – Bonaccorsi, si occupava di cucire relazioni per conto di Ercolano.

A un certo punto si lamenta con Ercolano del fatto che Privitera avrebbe un atteggiamento di superiorità: “Noialtri siamo in parallelo – dice Fazio – non ce n’è uno più alto e uno più in basso!” Ercolano ribadisce la fiducia a Fazio, dato che non conosce Privitera: “Io conosco a te, Turi, a lui non lo conosco. Quando decidiamo noi questo si prende i barattelli e se ne va!”.

In carcere Ercolano avrebbe stretto una relazione criminale con Christian Privitera, detenuto nel suo stesso reparto. Quando Privitera uscirà dal carcere diventerà il coordinatore operativo dei Santapaola – Ercolano e il capo del gruppo di San Giovanni Galermo, lasciando un ruolo più strategico al reggente.

Il nome di Francesco Russo

Secondo le indagini, una mattina di giugno del 2022 un uomo con una Smart blu aggredisce il gestore di un parcheggio catanese, vicino a Salvatore Ercolano e Salvatore Iudicello, entrambi coinvolti nel blitz Ombra. Il gestore del parcheggio si rivolge a Iudicello chiedendo un intervento.

Iudicello va con due persone in un cantiere a cui è interessato l’uomo con la Smart blu e minaccia gli operai: “Smettete di lavorare mbare perché ce la prendiamo con voi, gli dici che scende a Cibali questo malandrino”. L’obiettivo dei tre è raggiungere l’aggressore con la Smart blu.

Il pomeriggio dello stesso giorno Iudicello e i suoi complici comprendono che l’uomo con la Smart blu è Francesco Russo. Lo stesso Iudicello parla di lui come “spalla di Ciccio Napoli”, ovvero l’uomo che in quel momento, secondo le indagini dell’operazione Sangue Blu, ha il ruolo di reggente del clan Santapaola – Ercolano.

È la prima volta che il nome di Russo appare nelle intercettazioni dell’operazione Ombra. Russo informa Napoli dell’irruzione nel cantiere, e dato che è stato tirato in ballo il reggente Iudicello coinvolge nella vicenda Salvatore Ercolano, fratello minore di Mario, che in quanto cugino di Napoli sarebbe stato legittimato a parlare con il reggente. Iudicello a questo punto chiede all’aggredito di “chiudere lì la cosa”.

Il cambio della guardia

Nel settembre del 2022 il blitz Sangue Blu porta in carcere Francesco Napoli, lasciando un vuoto alla testa del clan Santapaola – Ercolano. In carcere finiscono anche i capi della Stazione e di Cibali, Salvatore Fazio e Alberto Privitera.

Qualche giorno dopo Iudicello e Salvatore Ercolano parlano di chi sarà il successore di Napoli e fanno il nome di Russo: “È il prossimo Papa – sono intercettati i due – Lo vogliono fare, lui camminava con Ciccio, capito?”.

Al tempo stesso i due si lamentano dell’eccessivo potere raggiunto da Christian Paternò dopo l’arresto dei capi di Stazione e Cibali, Salvatore Fazio e Alberto Privitera. Intorno ai due gruppi si svilupperanno diverse tensioni per stabilire chi dovesse essere il capo.


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