Mafia, condannato Fagone a 12 anni |22 per il boss Vincenzo Aiello - Live Sicilia

Mafia, condannato Fagone a 12 anni |22 per il boss Vincenzo Aiello

Durissima sentenza di primo grado del processo Iblis per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. Dodici anni a Fausto Fagone, 22 anni al capomafia Enzo Aiello (Nella foto). TUTTI I NOMI. L'interrogatorio di Fagone: "Con i 50mila euro ho comprato una Porsche".

Processo Iblis
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CATANIA- L’ex deputato regionale dell’Udc Fausto Fagone è stato condannato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa a 12 anni di reclusione, assolto dall’accusa di concussione. “Ne prendo atto”, dichiara Fagone a LivesiciliaCatania.

Raffica di condanne anche per gli altri imputati. L’impianto accusatorio dei pubblici ministeri Antonino Fanara, Agata Santonocito, Giuseppe Gennaro e Iole Boscarino si è dimostrato solido e fondato su elementi concreti, emersi durante le indagini affidate al colonnello del Ros Lucio Arcidiacono. Ecco le pene: Vincenzo Aiello 22 anni, Giuseppe Brancato 4 anni, Giovanni Buscemi 12 anni, Angelo Carbonaro 12 anni, Rosario Cocuzza 4 anni, Natale Filloramo 12 anni, Rosario Di Dio 20 anni, Carmelo Finocchiaro 17 anni, Mario Ercolano 12 anni, Santo Massimino 12 anni, Carmelo Mogavero 5 anni, Sandro Monaco 12 anni, Massimo Oliva 12 anni, Pasquale Oliva 18 anni, Pesce Francesco 12 anni, Rindone Giuseppe 12 anni,  Vincenzo Santapaola18 anni, Mario Scinardo 12 anni, Tommaso Somma  12 anni,  Giuseppe Tomasello 13 anni.

Derubricato il reato di associazione a carico di Pesce in concorso in associazione mafiosa.

La lunga attività investigativa del Ros dei Carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Catania prese il via nell’ormai lontano 2005, anno in cui, gli inquirenti misero sotto controllo Vincenzo Aiello. L’uomo, già condannato in passato per mafia ha ricoperto fino all’ultimo arresto nell’ottobre 2009 il ruolo di capo provinciale di Cosa Nostra catanese. Sotto la lente d’ingrandimento finirono quindi i due livelli operativi della famiglia mafiosa dei Santapaola. Da un lato quello militare che si basa sul controllo dei vari quartieri e sulle ramificazioni in provincia, in particolare nei territori calatini di Ramacca e Palagonia e dall’altro il livello imprenditoriale, mansione quest’ultima che secondo l’accusa ricoprì proprio Vincenzo Aiello. Tra gli imputati sono finiti insieme a politici e faccendieri anche numerosi imprenditori che per l’accusa con la mafia avrebbero concluso affari a sei zeri.


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