Mafia e calcestruzzo, 5 arresti | C'è l'imprenditore antiracket - Live Sicilia

Mafia e calcestruzzo, 5 arresti | C’è l’imprenditore antiracket

Vincenzo Artale

Blitz dei carabinieri VIDEO. In manette Vincenzo Artale (nella foto)

ALCAMO  (TRAPANI) – I carabinieri del Comando provinciale di Trapani e del Ros stanno eseguendo da questa notte una retata antimafia tra Alcamo e Castellammare del Golfo. Sono cinque gli arresti eseguiti in contemporanea al sequestro di una società di distribuzione petroli, la ‘Sp carburanti’: tra gli arrestati figura anche un imprenditore antiracket, Vincenzo Artale. A finire in manette anche un personaggio già noto alla cronaca giudiziaria antimafia della provincia di Trapani, il castellammarese Mariano Saracino, 69 anni, che scontata una recente condanna a 10 anni. Tornato libero, avrebbe fatto carriera dentro Cosa nostra: una scalata che sarebbe stata favorita dalla sua presunta vicinanza al massimo vertice della mafia trapanese, rappresentato dal superlatitante Matteo Messina Denaro.

Saracino, condannato per essere stato il “cassiere” della cosca di Castellammare prima e il “ministro delle Finanze” della cupola provinciale guidata da Messina Denaro, per la sua abilità ad occuparsi di appalti e finanziamenti pubblici, in questa nuova indagine, denominata “Cemento del Golfo”, è ritenuto dagli investigatori dell’Arma il capo delle “famiglie” di Castellammare del Golfo. Nonostante la confisca di un patrimonio da 45 milioni di euro, Saracino non si è ritrovato impoverito e si è gettato sempre più nel mercato delle forniture di inerti e cemento. L’uomo negli ultimi anni sarebbe riuscito a monopolizzare le forniture di cemento e i carabinieri hanno scoperto dalla sua parte anche un imprenditore associato all’antiracket di Alcamo e Castellammare come Artale, 64 anni.

Saracino avrebbe imposto in cantieri pubblici, come quelli per i lavori al cimitero di Castellammare o la manutenzione di un tratto stradale dell’Anas in territorio di Alcamo, ma anche in cantieri privati, la fornitura di cemento che arrivava dall’impresa di Artale. Quest’ultimo così si è ritrovato a vincere facile nella concorrenza nei confronti di altre imprese, anche quelle che si ritenevano ‘intoccabili’ perché sotto la protezione di altri “padrini”. Artale per diverso tempo è stato protagonista di un braccio di ferro con la prefettura di Trapani per ottenere risarcimento come vittima della mafia, intanto però avrebbe intessuto buoni rapporti proprio con l’organizzazione mafiosa che diceva di combattere.

L’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Palermo Nicola Aiello, su richiesta della Dda del capoluogo, fa ampio riferimento al contenuto di moltissime intercettazioni telefoniche e ambientali: alcuni imprenditori vessati hanno anche deciso di collaborare, raccontando degli incontri con Saracino o con suoi emissari. L’ordinanza ha previsto anche il sequestro, sempre a Castellammare del Golfo, di un’azienda di vendita carburanti, la Sp Carburanti srl, intestata ad una coppia prestanome di Saracino. Un impianto che avrebbe avuto come specialità la vendita abusiva di carburante agricolo.


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