Mafia e vendette a Messina| Le donne "svelano" la faida - Live Sicilia

Mafia e vendette a Messina| Le donne “svelano” la faida

Una perquisizione della polizia

Due famiglie in lotta. Il racconto captato dalle microspie piazzate in una macchina

PALERMO – C’era una faida in corso a Messina. La famiglia Arrigo era finita nel mirino dei Bonanno. Cercò protezione e la ottenne da Nicola Galletta, Gaetano e Vincenzo Barbera. È uno dei retroscena del blitz della squadra mobile che ieri, su richiesta della Dda, ha portato all’arresto di quattordici persone, tra cui alcuni ex collaboratori di giustizia.

Sono cinque gli ex pentiti sotto inchiesta: da Nicola Galletta, che sta scontando un ergastolo ai domiciliari (un premio per le sue dichiarazioni) a Stefano Bonaffini che era uscito dal programma di protezione e in cambio dello “stipendio” mensile aveva ottenuto la “capitalizzazione”. Si tratta di una sorta di buonuscita per consentire al collaboratore di raggiungere l’autonomia economica. I controlli non hanno funzionato tanto che Galletta e Barbera hanno riconquistato prestigio e potere. 

Gli Arrigo avevano pestato i piedi ai Bonanno nella gestione dello spaccio di droga. In questo contesto sarebbero maturati gli attentati ai danni di Angelo Arrigo e dei figli Gaetano e Paolo. Fu Angelo Arrigo a prendere l’iniziativa. In cambio della protezione offrì ai Barbera sostegno economico. A mediare fra le due famiglie sarebbe stato Galletta, ergastolano ai domiciliari grazio. Un premio per la sua collaborazione.

È stata una conversazione fra due donne, l’11 gennaio 2018, a chiarire la vicenda. All’interno di una Nissan Juke c’erano Veronica Vinci, compagna di Antonio Bonanno, e la zia Pietra Marotta. Quest’ultima spiegava di avere saputo che qualcuno voleva fare del male ai Bonanno: “Gli ha detto a chi glielo ha detto nel telefono della famiglia che quando uscirà gli ‘spurumi… ai fratelli Bonanno’”. Non comprendevano le ragioni: “… ma poi perché? … che gli ha fatto?… non l’ho potuto capire questo fatto…”. Ipotizzavano che qualcuno avesse messo in giro delle maldicenze: “…. chissà che barzellette gli hanno raccontato là, capito?… mi hanno alzato mani… la sua famiglia è sacra”.

Vinci sospettava addirittura che Paolo Arrigo fosse l’autore della soffiata che il 22 febbraio 2017 aveva portato all’arresto di Antonio Bonanno sorpreso con della droga: ” Pauleddu gli ha fatto la chiamata e gli ha detto all’amico che c’era pieno di erba”.

La protezione accordata dai fratelli Barbera ad Angelo Arrigo si spingeva sino alla pianificazione di un omicidio ai danni di Antonio Bonanno, individuato quale autore materiale dell’attentato all’Arrigo. La circostanza, raccontata ai poliziotti da una fonte confidenziale, veniva confermata nel corso di un’intercettazione del 6 giugno 2018 all’interno del parcheggio di un supermercato in viale Giostra. A parlare erano Alessandro Martinez, Carlo Altavilla e Vincenzo Barbera: “Voglio… voglio che gli sparo con tutto il piacere… magari che… si mette le mani in faccia d’istinto… voglio che me lo porti davanti…”.

Non se ne fece più nulla. La frattura fu sanata. Gli Arrigo ottennero la protezione. Un nipote dei Barbera era stato incaricato dalla madre di prelevare i soldi dagli Arrigo: “… zio mi ha detto la mamma di mandargli il messaggio ad Angelo e dirgli che sto passando io… in modo che me li da a me e glieli passo io alla mamma e domani mattina te li mette lei”.

 


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