Funerali laici, scomunica della Chiesa;: la scelta di Messina Denaro

Funerali laici: la scomunica della Chiesa e la scelta di Messina Denaro

La salma a Castelvetrano
LA MORTE DEL BOSS
di
2 min di lettura

PALERMO – Non ci saranno funerali religiosi. Matteo Messina Denaro, morto nella notte, lo aveva specificato in un pizzino di qualche anno fa. In ogni caso la Chiesa li avrebbe vietati vista la scomunica che pende sui mafiosi. E neppure sarà una cerimonia pubblica perché sarà il questore di Trapani a vietarla.

L’autopsia

Dunque, il capomafia, dopo l’autopsia che sarà effettuata a L’Aquila nelle prossime ore, sarà trasferito al cimitero di Castelvetrano nella cappella di famiglia che porta il nome del padre Francesco. Era il 1998 quando il corpo di don Ciccio venne fatto ritrovare in campagna. Era latitante ed era già stato vestito per il funerale.

Il pizzino

In un pizzino ritrovato dai carabinieri del Ros nel covo del boss di Campobello di Mazara dopo l’arresto, il 16 gennaio scorso, Matteo Messina Denaro scriveva: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato e non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime, non saranno questi a rifiutare le mie esequie”.

Il pizzino risale a maggio 2013, nei giorni in cui la Chiesa proclamava beato don Pino Puglisi: “Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno. Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono. Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità”.

I funerali di Messina Denaro a Castelvetrano

ll corpo del padrino si trova in uno dei sotterranei dell’obitorio dell’ospedale, poco distante dalla stanza al primo piano, tra il Centro vaccinazioni e la Neuropsichiatria infantile, dove è rimasto in cura. I locali sono inaccessibili anche alla figlia Lorenza, che solo da qualche settimana ha preso il cognome del padre, e dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro. Solo dopo l’autopsia ci sarà il via libera al trasferimento della salma. La veloce cerimonia, non si sa ancora quando sarà celebrata, dovrebbe essere filmata per ragioni investigative.

L’ospedale resta blindato. Lo è da quando da quando, l’8 agosto scorso, ospita il padrino. Una quindicina di esponenti delle forze dell’ordine, tra poliziotti, carabinieri, agenti della penitenziaria, militari dell’esercito e finanzieri, sorvegliano l’ospedale San Salvatore.

Si riproporrà quanto già visto in occasione della morte di Totò Riina. Era il 2017 il carro funebre con il feretro viaggiò in nave e arrivò al cimitero di Corleone, chiuso al pubblico, alle prime luci del mattino. La salma venne fatta entrare da un ingresso laterale per evitare i fotografi e i giornalisti.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI