Mafia, le intercettazioni|"I problemi li risolve Ercolano" - Live Sicilia

Mafia, le intercettazioni|”I problemi li risolve Ercolano”

Mafia, massoneria, appalti, ma soprattutto equilibri all'interno del clan.

le rivelazioni dell'inchiesta brotherhood
di
2 min di lettura

La copertina catanese del mensile "S" disponibile in tutte le edicole

CATANIA- Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno intercettato per mesi gli uomini di Aldo Ercolano e il massone Cavallaro.

Aldo Ercolano è chiamato in causa per risolvere un problema, il mensile “S” attualmente in edicola dedica uno speciale alle indagini della Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro. C’è da sistemare un conto con un esponente del gruppo mafioso della Stazione: Alfio Davide Coco. Cavallaro vanta un credito. Tramite Finocchiaro, Ercolano sistema la faccenda. La cosa non fa piacere al massone. “Questo intervento non era però gradito al Cavallaro – scrivono gli inquirenti – che lo riteneva una deminutio della sua autorità criminale”. La vicenda per gli inquirenti sarebbe illuminante per comprendere “il ruolo apicale “di Ercolano all’interno dell’organizzazione criminale perché interviene per dirimere una controversia tra esponenti della stessa famiglia ma che appartengono a squadre diverse, ma anche per tratteggiare “la caratura criminale di Cavallaro” che vive con fastidio l’ingerenza del “reggente”.

LO STIPENDIO AGLI AFFILIATI

Cavallaro, inoltre, avrebbe ricoperto il compito di consegnare lo “stipendio” al detenuto Nunzio Zuccaro, condannato con sentenza definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso e autore dell’omicidio di Francesco Romeo. Il denaro era consegnato da Cavallaro a Giuseppa Tomasello, moglie dell’affiliato al clan Santapaola-Ercolano. Il massone riceveva le somme dal “pluripregiudicato” Vincenzo Zuccaro (cugino di Nunzio) come testimoniano le intercettazioni dalle quali emergono i vari appuntamenti tra Cavallaro e i due. “Che fa, te lo vieni a prendere il caffè..?”, chiede, nel corso una delle conversazioni intercettate, Cavallaro alla Tomasello “facendole così intendere, in modo criptico e seguendo una metodologia oramai collaudata, di essere pronto a consegnarle il denaro”. I rapporti con la famiglia Zuccaro non sarebbero recenti. In un’altra conversazione “fratello” Cavallaro racconta di eventi legati alla latitanza di Nunzio Zuccaro. In quell’occasione cercò un appartamento per conto del latitante anticipando due anni di affitto ma Zuccaro “non riuscì ad usufruire dell’appartamento in quanto, nel frattempo, venne tratto in arresto”. “Gli ho affittato una casa”, spiega Cavallaro. “Mi sono portato a lui a fargli vedere l’appartamento e gli è piaciuto…traffici e storie, ed iniziò…Nuccio, vedi che qua voglio questo…voglio un armadio…voglio di questa maniera, di quella maniera….vai a tale posto e ti fai mandare tutti i mobili, che poi me la sbrigo io….va bene….me ne sono andato a tale posto, e gli ho fatto arredare tutto l’appartamento bello..”.

Continua a leggere sul mensile “S” in edicola.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI